A dangerous method
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
di Simona Balduzzi

titolo originale: A Danngerous Method
Paese: Francia, Regno Unito ,Canada, Gran Bretagna, Germania, Svizzera
anno: 2011
durata : 99 min
genere: storico, biografico, drammatico
regia: David Cronenberg
soggetto : dal libro di John Kerr e pièce teatrale di Christopher Hampton
sceneggiatura : Christopher Hampton
produzione: Record Picture Company, Lago Film, Prospero Pictures
distribuzione: BiM Distribuzione
fotografia: Peter Suschitzky
musiche : Howard Shore
costumi: Denise Cronenberg
cast : Viggo Mortensen, Keira Knightley, Michael Fassbender, Vincent Cassel, Sara Gadon, André Hennicke , Ardnt Schwering- Sohnrey , Wladimir Matuchin
Tratto dallo spettacolo teatrale ‘The Talking Cure’ dello sceneggiatore premio Oscar Christopher Hampton, ‘A dangerous method’ mostra il triangolo tra Carl Jung(Michael Fassbender), Sigmund Freud( Viggo Mortensen) e Sabina Spielrein ( Keira Knightley). In concorso alla 68 esima edizione del Festival del Cinema di Venezia , il film sembra rimanere troppo ancorato al taglio teatrale-televisivo , senza arrivare mai veramente al cuore della vicenda. Un episodio , quello della vita dei due esponenti storici della psicologia , che affascina per gli elementi tanto conosciuti quanto incompresi. Già avvezzo a temi psicologici , il regista-sceneggiatore e produttore cinematografico, che nella prima metà della sua carriera ha lavorato su horror e fantascienza approdando al noir, si è aggiudicato nel 2018 il Leone d’oro alla carriera . Scrittore di racconti fantascientifici, (‘Stereo’ , ‘Crimes of the future’ e ‘Il demone sotto la pelle’), Cronenberg si dedica alle dinamiche psichiche dopo aver plasmato diversi lavori sulle trasformazioni del corpo ad opera di esperimenti scientifici ( ‘Brood-La covata malefica’,'La mosca’) e avendo già realizzato pellicole improntate sui fenomeni mentali ( ‘Il pasto nudo’, ‘eXistenZ’, ‘M. Butterfly’ , ‘Spider’ e ‘Crash’) . La sua feconda attività di cineasta- che tra le altre cose lo vede come attore, direttore della fotografia e montatore- si arricchisce di questo film, concentrato sul complesso rapporto tra Freud (Viggo Mortensen) e Jung (Michael Fassbender), intervallato dalla presenza di un’affascinante Sabina Spielrein ( Keira Knightley) ,dalla voce di Otto Gross ( Vincent Cassel) e da quella di Sandor Ferenci ( Ardnt Schwering-Sohnrey). Affascinato dal limite umano contrapposto allo sforzo di volontà, il regista evidenzia le contraddizioni di una passione- quella tra la Spielrein e Jung- che gli stessi protagonisti tentano di arginare e dalla quale, al contempo, si sentono invasi. Al di là delle dispute ideologiche tuttavia, i personaggi risultano poco caratterizzati, se non nella parvenza di ciò che rappresentano e del fascino che esercitano i loro nomi. Scarseggia ,o risulta poco sviluppato , tutto ciò che servirebbe ad empatizzare con lo spettatore : il lato umano, al di là del ruolo che ciascuno dei tre ha esercitato nell’intera vicenda. Gli eventi che intercorsero nello spiegamento dello scandalo sono conosciuti; dal film, ci aspettavamo qualcosa di più delle questioni intellettuali legate al paradigma o al moralismo del tempo . L’ esito , è una prevedibilità fin troppo ingenua , per un cineasta come Cronenberg, che lascia i personaggi in balìa di un destino che li rende eccessivamente didascalici. Preziosa la fotografia , raffinata nel bilanciamento e nei colori vividi degli incantevoli paesaggi svizzeri.
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