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A. Mittal/Sciolti i nodi dell’accordo con i commissari dell’ex Ilva

di Igor Greganti


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MILANO. Chi ha lavorato in questi mesi sul fronte giudiziario della causa civile aperta a Milano parla di una vicenda "in via di soluzione", che si chiuderà con l'accordo tra ArcelorMittal e i commissari dell'ex Ilva. "Un'intesa su tutto", compresi gli ultimi nodi sciolti, come è stata definita, che prevede la modifica del contratto di affitto e acquisizione per rinnovare il polo siderurgico con base a Taranto e la cancellazione del procedimento avviato davanti al Tribunale milanese.Tanto che ieri in mattinata da fonti legali si era saputo che le firme sugli atti - ossia, da un lato, sull'accordo di modifica del contratto, il cosiddetto 'addendum', dall'altro sul documento con cui si chiude il contenzioso civile - sarebbero state apposte già oggi, termine stabilito il 7 febbraio scorso, data dell'ultima udienza, dalle due parti come limite per la negoziazione, che va avanti da fine dicembre. Fonti del Ministero dello Sviluppo economico, tuttavia, hanno fatto sapere che non è prevista alcuna firma in settimana. La formalizzazione dell'intesa, dunque, salvo ulteriori rinvii e improvvisi ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbe arrivare a questo punto settimana prossima e comunque entro il 6 marzo, data della prossima udienza.Nel frattempo, da Taranto è arrivata una dura presa di posizione del sindaco Rinaldo Melucci che ha firmato un'ordinanza con la quale intima ad ArcelorMittal e ad Ilva in amministrazione straordinaria di individuare gli impianti interessati dai "fenomeni emissivi" dannosi per la salute, che si continuano a registrare, e di eliminare "gli eventuali elementi di criticità e le relative anomalie entro 30 giorni".Qualora "siano state individuate le sezioni di impianto oggetto di anomalie" e "non siano state risolte le criticità riscontrate", il primo cittadino ordina "di avviare e portare a completamento le procedure di sospensione/fermata delle attività".Sempre sul fronte dell'intesa, intanto, come era già emerso la settimana scorsa, l’‘addendum' con le variazioni al contratto è stato già messo nero su bianco con tanto di impegni presi dal Governo, dall'ex Ilva e dal gruppo franco indiano. Quest'ultimo, in particolare, si è impegnato per un aumento di capitale, che verrà poi sottoscritto da Palazzo Chigi a fine novembre, e ha anche assi- curato di procedere a breve al rinnovo totale dell'Altoforno5 e alla realizzazione del forno elettrico in linea con quel piano industriale 'green' caposaldo dell'accordo preliminare firmato al Palazzo di Giustizia di Milano il 20 dicembre anche dall'ad di Mittal Lucia Morselli, oltre che dai tre commissari.Dopo le firme delle parti si passerà a quelle che sono state definite le "iniziative formali", tra cui il deposito al giudice civile Claudio Marangoni delle "iniziative di rinuncia": da un lato, Mittal, rappresentata tra gli altri dagli avvocati Romano Vaccarella e Ferdinando Emanuele, ritirerà l'atto di citazione con cui aveva annunciato il recesso dal con- tratto e, dall'altro lato, i commissari dell'ex Ilva, coi legali Giorgio De Nova e Enrico Castellani, ritireranno il ricorso cautelare d'urgenza col quale avevano contrastato l'addio della multinazionale, annunciato ai primi di novembre.

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