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Accordo sul successore di Sophia

IL NUOVO PROGRAMMA DELL’UE SUL MONITORAGGIO DELL’EMBARGO DI ARMI IN LIBIA



di Patrizia Antonini

BRUXELLES. L’Ue trova l’accordo politico a 27 e salva la faccia in extremis sul monitoraggio dell’embargo Onu sulle armi alla Libia. A garantire la sorveglianza sarà una missione militare, per il momento navale e aereo-satellitare, che dovrebbe partire già a fine marzo, in sostituzione dell’operazione Sophia, destinata a concludersi con lo scadere del mandato il 20 marzo. Ad annunciare per primo l’intesa è stato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, esultando: “Finalmente l’Italia è stata ascoltata”. Ma sul negoziato concreto ci sarà ancora da lavorare molto. Sono vari i punti dell’intesa raggiunta che piacciono a Roma, a partire dall’area in cui saranno concentrate le navi della nuova missione (a cui ancora deve essere trovato un nome). Incroceranno ad est della Libia, dove ci sono i traffici principali, ha insistito il capo della Farnesina, spiegando: “E’ inutile pattugliare la costa ovest intercettando le rotte dei migranti, perché lì lavoriamo già con la Guardia costiera libica”. All’Italia piace anche l’introduzione del concetto di ‘pull factor’: se verrà rilevato che le navi attraggono flussi migratori, saranno ritirate dalla zona pertinente. E “siamo anche d’accordo sull’idea che si lavori ai confini”, ha evidenziato Di Maio, ricordando che il capitolo Sahel deve essere “legato al pacchetto libico” (ma questo probabilmente sarà rimandato ad una fase successiva).A mostrare soddisfazione è stato anche l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. “Dopo una lunga discussione (di circa tre ore, ndr), una delle più intense a cui abbia mai partecipato, è stata trovata l’unanimità. Un consenso che solo stamani pensavo fosse impossibile”. L’ambizione è poter fermare le navi sospette: “Non andremo certo a fare passeggiate”, ha tagliato corto Borrell. Contento è apparso anche il capo della diplomazia austriaca Alexander Schallenberg. Nelle passate settimane Vienna aveva bloccato le tratta- tive, insistendo sulla chiusura di Sophia e facendo precipitare la discussione in un impasse risolta a sorpresa dopo gli incontri alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e molte bilaterali di Borrell in mattinata.Ma la discussione sui dettagli si svilupperà nelle settimane fino al 23 marzo, data del prossimo Consiglio Esteri Ue, quando i 27 vorrebbero tenere a battesimo la proposta concreta della nuova missione. Saranno gli ambasciatori del Core- per ed il Comitato militare Ue, presieduto dal generale Claudio Graziano, ad elaborare le regole di ingaggio. Il negoziato non sarà facile. Le principali criticità verteranno ancora una volta sull’aspetto migratorio. Si prevedono battaglie per stabilire il meccanismo che farà scattare la soglia di ‘pull factor’ e la gestione della ripartizione di eventuali migranti soccorsi in mare. Di Maio ha suggerito la soluzione adottata dalla Nato, ovvero in base alla bandiera del Paese che effettua il salvataggio (ipo-tesi che non piace alla Germania), o la rotazione dei porti (sgradita alla Francia).Insomma, la partita non è scontata. E con la chiusura di Sophia, il comando della nuova missione potrebbe passare da Roma ad un’altra capitale. Ma secondo voci di corridoio, l’Italia potrebbe essere premiata con la guida dell’Agenzia per la Difesa europea. Intanto, all’indomani dell’accordo europeo, il ministro degli Esteri di Mosca Serghei Lavrov, che spinge per una nuova agenda Russia-Ue, volerà con il collega della Difesa Sergej Shoygu a Roma per un incontro due più due con Di Maio e Guerini: sul tavolo ci sarà anche il dossier Libia.

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