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Adesso la Lega è nazionale

SALVINI SUL DUELLO CON MELONI: “NOI PRIMI NEL CENTRODESTRA. MAI TANTI ISCRITTI



di Michele Suglia

ROMA. Trent’anni dopo ha perso un aggettivo, ha aggiunto il nome del suo segretario e guarda a un nuovo orizzonte nazionale. E perché no, anche alla guida del centrodestra, dando una ‘spallata’ all’alleata Giorgia Meloni che continua a salire nei consensi. Il partito che nel 1989 nacque come “Lega nord per l’indipendenza della Padania” non ha più la parola “nord” e i nuovi tesserati sono ora iscritti alla “Lega Salvini premier”. La novità arriva domani con la fine del tesseramento avviato ai gazebo e poi on line, vista l’emergenza Covid, e segnato da un record di iscritti. In un anno si è passati dalle 76.755 tessere alle 100 mila di oggi, assicura la Lega, rispondendo indirettamente così ai numeri riportati da Repubblica che registrano invece un passo indietro dei militanti storici che, al 30%, avrebbero rinunciato a rinnovare la tessera. Una ripicca per il tradimento dell’anima ‘nordista’. Su questo Salvini glissa e allunga il traguardo: “Puntiamo ad avvicinarci ai 200 mila iscritti entro Capodanno”. Numeri che confermano la forza del partito anche rispetto al resto della coalizione. E quindi all’unica forza che potrebbe contendere alla Lega il timone del centrodestra. Non a caso, di fronte all’ipotesi di un testa a testa con la presidente di Fratelli d’Italia alle prossime politiche, Salvini è categorico: “La Lega è ampiamente il primo partito, stando a tutti i sondaggi del mondo - rivendica a Skytg24 - Mi sembra che sia evidente che cosa pensano gli italiani, facciamoli votare”. E ricorda che “le leadership le decidono gli elettori”. Parole che per un istante fanno pensa- re all’ipotesi primarie. Ma il ‘capitano’ le esclude subito: “No, è il giorno del voto che si decidono”. Intanto al di là delle politiche che verranno e di quando verranno, il 20 settembre c’è la prova delle regionali. E lì si concentrano entrambi i leader quarantenni. Lo fa Meloni che cerca sempre più il suo spazio. Del resto in Puglia e nelle Marche, la vittoria sembra a portata di mano per i suoi candidati, Raffaele Fitto al sud e Francesco Acquaroli al centro. E chissà che FdI non macini tanti voti anche nelle altre regioni in gioco. Di sicuro la Giorgia nazionale evita lo scontro diretto. A chi le chiede se teme l’ex vicepremier, risponde con il solito fair play: “Io e Salvini andremo al governo insieme e insieme daremo all’Italia un governo forte, coeso e in grado di fare gli interessi degli italiani”, dice a Telelombardia. E sul duello interno al centrodestra, aggiunge una metafora: “Noi camminiamo spalla a spalla”. E sottolinea che “questa è la differenza tra il centrodestra e l’attuale maggioranza di governo: noi stiamo insieme per scelta, le nostre idee combaciano e se non sono sempre identiche, c’è comunque una sintesi valoriale di fondo”. Dall’altra parte Salvini ostenta sicurezza: “La Lega cresce, da nord a sud, e siamo sicuri che l’entusiasmo e l’attenzione nei nostri confronti sarà confermata anche nelle urne, a partire dalle elezioni regionali”. Nel frattempo continuano i movimenti dentro il centrodestra. L’ultima migrazione dovrebbe essere di Enrico Costa, pronto a lasciare Forza Italia per approdare ad “Azione”, il movimento fondato da Carlo Calenda e Matteo Richetti l’anno scorso, dopo l’addio al Pd da parte dell’ex ministro. Il deputato che entrò nel partito di Berlusconi nel 2004, è stato ministro per gli Affari regionali due volte (sotto il governo Renzi e quello di Gentiloni). Dopo allontanamenti e dissensi vari da FI, due anni fa è tornato sui suoi passi. Per ora l’adesione ad Azione impone l’uso del condizionale, anche se sia Costa che Calenda hanno convocato una conferenza stampa, ognun per sé, ma alla stessa ora e nella stessa sala di Montecitorio.

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