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Adriatici è “pericoloso”

VOGHERA/RESTA AGLI ARRESTI DOMICILIARI IN UN LUOGO SEGRETO PER L’OMICIDIO DEL MAROCCHINO



di Stefano Rottigni

MILANO. L’assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera, Massimo Adriatici, è “pericoloso” e deve rimanere ai domiciliari per l’uccisione del marocchino Youns El Boussetaoui, il 38enne colpito da un proiettile della sua pistola martedì sera in piazza Meardi nel corso di una colluttazione. Domiciliari non però a casa sua ma in una località segreta, dal momento che un esponente dell’estrema destra vogherese ha pensato di postare le immagini della sua abitazione, paventando incidenti (che non ci sono stati) nel corso di una manifestazione per chiedere giustizia per l’immigrato. La pericolosità, per il gip di Pavia, va intesa come attitudine dell’uomo politico a “porre in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità”. “Ciò che si vuole evidenziare è che lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni”, annota il giudice. E’ eccesso colposo di legittima difesa perché l’azione compiuta dall’avvocato ed ex poliziotto “appare decisamente spropositata a fronte di un uomo che lo stava aggredendo disarmato”. Il giudice sottolinea appunto quella “consapevolezza qualificata che si deve richiedere a un uomo con la professionalità dell’indagato per anni nelle forze dell’ordine ed esperto penalista, istruttore delle forze dell’ordine, esperienza in base alla quale l’uomo avrebbe dovuto essere in grado di discernere il rischio effettivamente corso e i valori che era chiamato a bilanciare in tale situazione”. Il verbale del suo arresto, redatto dai carabinieri, delinea ciò che è accaduto: alle 22 :15 di martedì una pattuglia è inviata al bar Ligure in piazza Meardi “ove era stata segnalata la presenza di un cittadino straniero che stava arrecando disturbo agli avventori”. “Gli operanti sopraggiunti - è la relazione - sono stati avvicinati da Adriatici il quale ha riferito che poco prima era stato aggredito da un cittadino straniero, precisamente mentre era intento a comunicare telefonicamente con personale delle forze di polizia”. L’uomo si era avvicinato con fare minaccioso, nonostante Adriatici avesse estratto una pistola, e aveva esclamato “Stai chiamando gli sbirri’, colpendolo e facendolo cadere. Adriatici aveva detto ai militari che a quel punto “era partito accidentalmente un colpo dalla propria pistola” ma davanti al gip racconta di non ricordare esattamente come era partito. Nell’ordinanza il racconto dei testimoni. El Boussetaoui “in altre situazioni” a uno era apparso “gentile” ma quella sera era “visibilmente alterato tanto da inveire” contro il teste e il suo cane. Alla sua reazione “aveva proseguito nell’insultarlo affermando: ‘Tanto siamo tutti cani’”. Poiché brandiva una bottiglia “con l’intento di colpire qualcuno” il teste si era allontanato e aveva visto un uomo che telefonava, Adriatici. L’assessore, colpito al volto, “visto che il suo aggressore si avvicinava nuovamente, forse nell’intento di proseguire a colpirlo, estraeva una pistola e faceva fuoco verso il cittadino nordafricano”. C’è un terzo testimone, le cui dichiarazioni non collimano con quelle degli altri, che racconta di come l’assessore abbia teso il braccio sparando, secondo la testimonianza raccolta dai legali della famiglia della vittima, “prendendo la mira”. Il medico legale, dopo l’autopsia, formula due ipotesi: l’una compatibile “con la versione fornita dall’indagato al pm, con entrambi i soggetti in piedi, ossia con l’ipotesi accidentale del colpo esploso mentre Adriatici cadeva per la manata ricevuta”. L’altra compatibile con il racconto di due testimoni, con l’assessore “sdraiato a terra e l’aggressore fortemente chinato verso di lui”. Ulteriore chiarezza verrà dall’analisi che il pm Roberto Valli ha affidato a un ingegnere informatico per migliorare la qualità del video di una telecamera di sorveglianza che riprende la colluttazione e l’immigrato che si accascia al suolo, ma non il momento dello sparo.

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