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Agguato in Pakistan, ucciso un sacerdote cristiano

Tornava a casa dalla messa a Peshawar, ferito un altro prete


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ROMA, 30 GEN - La Chiesa in Pakistan piange la morte di un prete ucciso in un agguato a Hayatabad, un sobborgo di Peshawar nel nordovest del Paese, mentre stava tornando a casa dalla messa domenicale a bordo di un'auto in compagnia di altri due religiosi. Ad aprire il fuoco contro William Siraj, 75 anni, uomini armati a bordo di una motocicletta ancora non identificati sulla Ring Road. Il prete, colpito all'addome da due proiettili, è morto sul colpo. Un secondo religioso, Patrick Naeem - che era sulla stessa auto con Jiraj - è rimasto ferito. Ricoverato d'urgenza in ospedale con ferite da proiettile, non è in pericolo di vita e le sue condizioni sono stabili. Il terzo sacerdote è rimasto illeso nell'imboscata. La polizia locale ha transennato l'area, è alla ricerca dei colpevoli e sta indagando a tutto campo. In queste ore si sta passando al setaccio tutto quanto possa essere di aiuto per comprendere il movente dell'omicidio e si cercano testimonianze che possano far luce sull'accaduto visto che al momento l'agguato non è stato rivendicato. Le forze dell'ordine hanno precisato che l'area è sotto sorveglianza e che le telecamere installate nel vicino mercato saranno esaminate dalla squadra investigativa. Forte condanna è stata espressa dai leader della Chiesa del Pakistan, tra cui il il vescovo Azad Marshall e il vescovo della diocesi di Peshawar, Humphrey Peters. "La leadership della Chiesa del Pakistan è senza parole per questo vile attacco. È un peccato che le comunità minoritarie del Paese continuino a pagare con la vita l'incapacità dello Stato di proteggerle", ha detto il vescovo Azad, che ha invitato il governo a fare in modo che i colpevoli siano assicurati alla giustizia al più presto. L'episodio a Peshawar è solo l'ultimo di una lunga scia di sangue contro la minoranza cristiana del Pakistan, che è stata presa di mira più volte negli ultimi anni. Un servizio commemorativo per padre Siraj si terrà lunedì nella chiesa di Tutti i Santi di Peshawar, che venne brutalmente attaccata dai uomini armati con bombe e colpi di arma da fuoco nel 2013. Oltre 70 fedeli rimasero uccisi e 100 feriti. Ma il Pakistan non è l'unico Paese dove è in atto una persecuzione anticristiana. Il vicino Afghanistan si colloca al primo posto per discriminazione (dopo 20 anni la Corea del Nord scende al secondo, anche se nello stesso Paese aumentano le persecuzioni), mentre sono oltre 360 milioni i cristiani che sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione nel mondo (1 cristiano su 7), stando ai principali dati diffusi da 'Porte Aperte'.

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