Al Senato scelta Malpezzi
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
CAPOGRUPPO DEL PD/PER LA CAMERA SONO IN CORSA SERRACCHIANI E MADIA

ROMA. Il Pd ha sciolto in un giorno il “nodo Senato”, che sembrava il più difficile, ma quello alla Camera resta da risolvere. Con un voto unanime, i parlamentari dem di Palazzo Madama hanno eletto la nuova capogruppo, Simona Malpezzi (nella foto). Mentre per Montecitorio ci sarà da attendere la prossima settimana. Ancora manca l’intesa. Sono in corsa Debora Serracchiani e Marianna Madia. “Ieri sera - ha detto Letta nell’assemblea dei deputati - mi sono arrivati messaggi che dicevano: Decidi tu chi tra Madia e Serracchiani e la chiudiamo. Ho risposto dicendo che non voglio decidere: anche un confronto democratico tra più candidature sarà positivo”. Il nome uscirà martedì: se entro quel giorno non ci sarà un accordo, i deputati sceglieranno con il voto. A quel punto, i parlamentari di entrambe le Camere saranno guidati da donne, come chiesto dal segretario: “La questione di genere - ha detto Letta - è la precondizione perché siamo davvero Partito Democratico”. In un tweet, Letta ha anche rilanciato “un’altra battaglia per evitare la politica solo al maschile”, cioè quella per la legge sulla doppia preferenza di genere. Una bandiera che va a sommarsi a quelle sul voto ai sedicenni e sullo ius soli. Per Letta è stata anche la giornata dell’”esordio” in Ue da segretario Pd, con un intervento a un summit Pse, nel quale ha chiesto che sui vacci- ni l’Europa parli “con una sola voce”. A indicare Simona Mal- pezzi per la guida dem al Sena- to è stato il capogruppo uscente Andrea Marcucci che, per un paio di giorni, si è scontrato con Letta, chiedendogli “coerenza” sugli incarichi non solo di capogruppo. “Un partito grande - ha detto Malpezzi nel discorso di insediamento - ha bisogno di tante aree di pensiero, per cogliere istanze differenti e fare sintesi”. Non ha chiesto di essere chiamata “presidentessa, basta la presidente”, spiegando di voler “dare forma e sostanza ad una leadership femminile”. Un intervento che Letta ha apprezzato, specie nei passaggi sull’unità e sul pluralismo interno al Pd. Per quel che riguarda il ruolo di sottosegretaria ai rapporti con il Parlamento, Malpezzi ha auspicato al suo posto venga scelta un’altra donna. Il nome che circola è quello della senatrice Caterina Bini, anche lei, come Malpezzi e Marcucci, di Base Riformista, l’area degli ex renziani. Più complicato il puzzle alla Camera, dove oggi i deputati si sono confrontati a lungo: 22 gli iscritti a parlare. In chiusura, il capogruppo Graziano Delrio si è detto “grato a Debora Serracchiani e a Marianna Madia per la loro disponibilità”. La strada del voto per la scelta della capogruppo non spaventa il Nazareno: il ballottaggio fra due nomi di sostanza ed esperienza istituzionale - è il ragionamento - dimostra che la il Pd sa selezionare la classe dirigente al suo interno. “Non saremo mai un partito di leadership uniche che, intorno al leader, concludono tutto - ha detto Letta in Assemblea - L’intelligenza collettiva è la vera cifra della modernità. Cercherò di essere soprattutto quello che spinge sull’intelligenza collettiva”. Per il ruolo di capogruppo, in pole sembra esserci Debora Serracchiani che, però, dovrebbe lasciare la presidenza della commissione Lavoro, col il rischio per i dem di perderla. Nel Pd c’è chi fa notare che i voti per eleggere un altro dem ci sono e si ricorda il precedente “fresco” della vicepresidenza della Camera, lasciata dal neo ministro Mara Carfagna e rimasta a FI, con Andrea Mandelli. Considerando però che anche il ministro del Lavoro è Pd, Andrea Orlando, altre forze, come FI o il M5s, potrebbero avanzare candidature per la commissione.
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