Albania: online dati sensibili oltre mezzo mln di cittadini
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min

TIRANA, 23 DIC - I dati personali con il numero della carta di identità, il salario mensile e le funzioni aziendali di oltre 637 mila albanesi circolano da ieri su Whatsapp. Il documento, in formato Excel, di cui anche l'Ansa ha avuto una copia, contiene i dati non solo dei dipendenti pubblici, ma anche delle imprese private, da quelli relativi ai massimi dirigenti, a quelli di semplici operai. La procura albanese ha subito avviato un'inchiesta sulla clamorosa fuga dei dati, che secondo i primi sospetti sarebbero stati ottenuti dai server della Direzione generale delle imposte, già sottoposti al sequestro. Il premier albanese Edi Rama ha chiesto oggi "scusa ai cittadini, giustamente preoccupati di questa interferenza nella loro vita privata". A parere di Rama, "un attacco cibernetico sarebbe quasi da escludersi. Probabilmente si tratterebbe di un intervento al sistema da single persone". Il premier ha chiesto alla procura di indagare tutti i dipendenti delle imposte che hanno accesso al sistema e anche quelli che ultimamente hanno cambiato lavoro. Ma, proprio mentre il premier era in conferenza stampa, sempre su Whatsapp è circolato un altro documento, simile al primo, e che riguarda il mese di aprile, ma questa volta con i dati di altre 60 mila persone in più, arricchiti anche con i loro contatti telefonici privati. L'opposizione di centro destra ha chiesto le dimissioni di Rama, accusandolo di essere "il principale responsabile di questo scandalo", sostenendo che i dati personali dei cittadini "sono stati utilizzati dal partito socialista di Rama, durante la campagna elettorale" per le politiche dello scorso 25 aprile, nelle quali il premier ha vinto ottenendo un terzo mandato consecutivo. Sul caso è intervenuto anche il Commissario per la tutela dei dati personali che ha chiesto la cooperazione di tutte le istituzioni per fermare la circolazione dei dati online, ed anche la loro pubblicazione sui media.
















Commenti