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Alitalia chiede soldi per gli stipendi

Pandemia/Per l’azienda “Bruxelles ha tempi non compatibili con le esigenze di cassa”



di Alfonso Abbagnale

ROMA. Il Covid si abbatte in modo “devastante” sui conti di Alitalia mentre procede a rilento l’approvazione dei ristori da parte della Commissione europea, con la compagnia ancora in attesa di ricevere l’ultima tranche degli aiuti. Bruxelles “ha richiesto tempi difficilmente compatibili con quelle che sono le esigenze di cassa della società”, ha detto il Commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, in una video audizione presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio alla Camera, facendo il punto, insieme al direttore generale, Giancarlo Zeni, sull’anno scorso e sul 2021. Il commissario ha sottolineato che nel caso di Alitalia, essendo un’azienda già in crisi, la Commissione ha cambiato in corsa “il criterio selettivo di determinazione del danno” e ciò ha comportato dei ritardi. Secondo il Decreto legge Rilancio di maggio del governo, per Alitalia erano previsti 350 milioni di euro di ristori, legati all’emergenza, ma la compagnia ha dovuto fare la stima della “quantificazione del danno”, impiegando quattro mesi, per dimostrare a Bruxelles di aver diritto a quei fondi. Quindi solo a fine settembre è stata approvata da Bruxelles la prima tran- che, pari a 200 milioni, a fine dicembre è stato dato il via libera alla seconda tranche per 73 milioni ed ora si attende la terza tranche di 77 milioni. Soldi che servono anche per pagare gli stipendi dei lavoratori dopo che il 2020 si è chiuso con un crollo di passeggeri e ricavi a causa della pandemia. “Il Covid ha avuto un impatto dirompente su Alitalia”, ha detto Leogrande, illustrando che il numero totale dei passeggeri trasportati nel 2020 è precipitato del 70% a 6,314 milioni da 21,293 milioni del 2019, ma “all’interno di questi sei milioni, 2,8 milioni hanno volato nel mese di gennaio e febbraio, quindi prima dell’avvento del Covid”, ha precisato il commissario, ricordando che nei mesi di aprile e maggio il calo dei passeggeri è stato rispettivamente del 97% e 95%. “Poi c’è stata una leggera ripresa nel periodo estivo ma a novembre e dicembre, con la seconda ondata, si è registrato di nuovo un calo del 90% e dell’85% dei passeggeri trasportati”, ha aggiunto. Dati che si sono tradotti in una flessione dei ricavi da passeggeri del 78% a 590 milioni da 2,673 miliardi dell’anno precedente, ha fatto presente Zeni, precisando che anche i ricavi si sono concentrati soprattutto nei primi due mesi dell’anno con più di 320 milioni di euro. E purtroppo pure il 2021 si presenta “molto complesso”, con previsioni per un calo “della domanda di viaggio di oltre l’80%”, ha indicato il direttore generale Zeni. Per cui Leogrande ha auspicato “un’assoluta accelerazione” sul piano di cessione per “consentire la prosecuzione dell’attività d’impresa” e far decollare la nuova Alitalia-Ita. La Fnta, che comprende i piloti e gli assistenti di volo di Anpac, Anpav e Anp, sottolinea in una nota che il governo deve “garantire” la continuità aziendale ed “il mantenimento dei posti di lavoro”. Nel suo intervento Leogrande ha tenuto, infine, a ricordare che “Alitalia non si è mai tirata indietro di fronte alle esigenze dell’Italia, nel momento più critico del Paese”. Infatti “ad aprile, a maggio, a giugno era l’unica compagnia che volava in Italia, era l’unica compagnia che si metteva la mascherina e andava a fare il suo dovere per sostenere le altre istituzioni” del Paese. Alitalia ha intanto deciso la sospensione dei propri collegamenti con Buenos Aires a febbraio e marzo, che riprenderanno ad aprile. Lo scrive il quotidiano La Nación di Buenos Aires.

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