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Altalia paga solo mezzo stipendio

L’azienda/Vendite dei biglietti in calo, liquidità insufficiente e attacco alla Ue



di Alfonso Abagnale

ROMA. Alitalia non ha soldi in cassa per pagare l’altra metà degli stipendi di maggio ai suoi dipendenti in quanto non sono ancora arrivati i 100 milioni stanziati dal Governo col decreto Sostegni bis. E la compagnia torna anche all’attacco contro la Commissione Ue per il modo con cui sta portando avanti la trattativa col Governo sul dossier Ita. “Purtroppo non siamo in grado di erogare l’altro 50% dello stipendio perché siamo in attesa di avere una visibilità sui tempi di accredito del finanziamento previsto di 100 milioni per poter dar seguito all’altro 50%”, afferma senza giri di parole il commissario straordinario di Alitalia, Gabriele Fava, in audizione alla commissione Bilancio della Camera insieme ai colleghi Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso. Immediata e dura la reazione dei sindacati. “Inaccettabile la mancata erogazione del restante 50% dello stipendio”, tuonano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta, sollecitando “il Governo a fare tutto ciò che è necessario per accreditare immediatamente i 100 milioni” e confermando lo sciopero del trasporto aereo per il 18 giugno. L’Associazione nazionale piloti (Anp) denuncia che “è dal mese di dicembre 2020 che la compagnia non paga puntualmente gli stipendi” ai propri dipendenti. La Fnta, che rappresenta Anpac, Anpav e Assovolo, minaccia lo sciopero senza una “reazione” del Governo. “Per noi la situazione è veramente molto critica dal punto di vista economico e giuslavoristico perché adesso avremo anche l’erogazione della quattordicesima, il cui netto si aggira tra 22 e 23 milioni di euro”, sottolinea il commissario, spiegando che si tratta di “un incremento di costo significativo al quale non siamo assolutamente in grado di far fronte in questo momento”. Per cui “è vitale per noi avere una iniezione di liquidità per far fronte sia alla parte rimanente degli stipendi sia ai prossimi mesi”, fa presente Fava. “È indispensabile ottenere altri finanziamenti in attesa che si completi l’iter di definizione con la Commissione” europea sul dossier AlitaliaIta, incalza l’altro commissario Santosuosso, illustrando i dati circa i ricavi dalla vendita dei biglietti e del numero dei passeggeri trasportati da inizio anno rispetto al 2019, ossia pre-covid, che registrano “delle curve ampiamente, drammaticamente discendenti”, afferma Santosuosso. I crolli dei ricavi da vendita dei biglietti variano tra l’85 e il 90% per i mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile. Santosuosso lamenta anche che i rimborsi Covid ottenuti da Alitalia sono sempre stati molto più bassi rispetto alle somme documentate richieste. Per il periodo 1 novembre- 31 dicembre 2020 sono stati riconosciuti aiuti per 24,7 milioni su 55,497 milioni richiesti. I ristori relativi a gennaio sono stati pari a 12,835 milioni su 17,431 milioni richiesti. I ristori chiesti, con istruttoria ancora in corso, per il periodo 1 marzo-30 aprile sono pari a 67,734 milioni, ha spiegato il commissario, parlando quindi di “un quadro impietoso” per quanto riguarda le finanze di Alitalia. E non aiuta il fatto che continua a trascinarsi la trattativa tra la Commissione europea e il Governo sul dossier Alitalia-Ita. “La rigidità con cui la Commissione Ue interpreta e applica il principio concorrenziale di discontinuità non favorisce gli avanzamenti” nei negoziati, rimarca Santosuosso. “Non abbiamo ancora un punto di caduta, certezza sulle date, è decisivo avere una posizione ferma, scritta da parte del Governo sul quale fare un ragionamento definitivo per quanto riguarda i tempi, il perimetro e le modalità di trasferimento da Alitalia ad Ita”, spiega infine il commissario Leogrande.

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