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Angela Merkel, la regista

ARTEFICHE DELLA SVOLTA SUL RECOVERY FUND, DA LUGLIO GUIDA L’UNIONE EUROPEA



di Enrico Tibulzi

Chi l’ha ascoltata e vista in videocon- ferenza in questi giorni di incontri virtuali tra Berlino e Bruxelles non ha dubbi: Angela Merkel è in “piena forma”, molto “motivata e determinata” al raggiungimento di un obiettivo che potrebbe assicurarle un posto d’onore nella storia europea. La cancelliera vuole portare a casa entro luglio non solo un accordo sul piano per la ripresa post-coronavirus da 750 miliardi, ma anche l’intesa su quel bilancio pluriennale Ue 2021-2027 che dovrebbe imprimere un’accelerazione irreversibile sulla strada dello sviluppo sostenibile e della digitalizzazione. A offrire un’occasione unica a Markel - già artefice della svolta impressa al dibattito sul Recovery Fund insieme al suo collega francese Emmanuel Macron - sarà il ruolo di presidente di turno dell’Unione che la Germania assumerà dal primo luglio prossimo prendendo il testimone dalla Croazia. E dal fatto che a Bruxelles quasi nessuno, a cominciare dalla stessa Merkel, ritiene realistico che si possa trovare un’intesa sulle proposte presentate ieri dalla Commissione Ue in occasione del vertice europeo già fissato per il 19 giugno. Sarà questo infatti il primo e ultimo appuntamento utile sotto presidenza croata. Un summit che molto difficilmente, secondo il tam tam brussellese, potrà svolgersi con la partecipazione fisica dei leader. Come invece ritenuto indispensabile dalla stragrande maggioranza dei diplomatici e delle cancellerie per arrivare ad un accordo su un tema tanto complesso quanto controverso. “I negoziati non si concluderanno in giugno”, ha pronosticato la cancelliera parlando da Berlino e sottolineando la difficoltà di trovare un compromesso tra gli schieramenti in campo. Ma Merkel ha pure evidenziato l’esigenza di trovare prima della pausa estiva quel punto d’incontro che consenta poi ai parlamenti nazionali e all’Europarlamento di utilizzare i mesi autunnali per ratificare l’accordo e rendere operativo il piano Ue dall’inizio del 2021. Con queste premesse ci sono quindi pochi dubbi che dal primo luglio sia lei a prendere in mano le redini del negoziato. Mettendo in campo, insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, una formazione tanto inedita quanto potenzialmente determinante. Due donne, due tedesche ex colleghe di governo alla guida dell’esecutivo tedesco e di quello europeo. Che avranno gioco facile a convincere il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel a convocare un vertice straordinario entro luglio. Ma che dovranno anche trovare il modo di superare le resistenze finora ribadite da Austria, Olanda, Svezia e Danimarca.

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