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Arrestato prete pedofilo

ENNA/DIVERSE LE VITTIME, ANCHE QUANDO IL SACERDOTE ERA SEMINARISTA



di Pierelisa Rizzo e Mimmo Trovato

ENNA. Violenza sessuale e abusi sessuali con minorenni, aggravati dall’aver approfittato delle presunte vittime a lui affidate per ragioni di istruzione ed educazione alla religione cattolica. È l’accusa mossa dalla Procura di Enna a don Giuseppe Rugolo, ex parroco della città siciliana, arrestato dalla squadra mobile e posto ai domiciliari nel seminario di Ferrara. Nei suoi confronti il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare che è stata eseguita nella citta Estense, dove il sacerdote era stato trasferito. Il primo caso era emerso dopo la denuncia, nel dicembre scorso, della vittima alla squadra mobile di Enna, gli altri due, per atti sessuali, durante le indagini. Per questo il procuratore Massimo Palmeri ha lanciato un appello “invitando le eventuali altre presunte vittime a denunciare” visto che diversi “elementi ci inducono a ritenere probabile che ci siano altre vittime delle attenzioni sessuali del sacerdote: li invitiamo a farsi avanti”. Nella denuncia alla polizia il giovane ha raccontato di violenze subite tra il 2009 ed il 2013, da quando aveva appena compiuto 16 anni e fino a 20 anni. Aveva segnalato la vicenda anche alla diocesi di Piazza Armerina, ma, hanno sostenuto i suoi legali, la risposta nel 2019 sarebbe stato un indennizzo da 25mila euro attraverso la Caritas in cambio di una clausola sul silenzio. È emerso, infatti che il Tribunale ecclesiastico aveva aperto un procedimento canoni- co, nel corso del quale il sacerdote non è stato sentito con la sola acquisizione di una sua dichiarazio- ne resa al vescovo di Piaz- zaArmerina don Gisana, ma il procedimento si sarebbe concluso per difetto di competenza, perché i fatti, secondo la sentenza della Chiesa, sarebbero avvenuti quando era seminarista. La vittima aveva anche scritto al Papa, cercando giustizia e per impedire che altri giovani potessero subire le stesse violenze. La svolta arriva con le indagini della squadra mobile di Enna che, con la collaborazione della polizia postale, riescono ad accedere a chat e scambi di messaggi sul cellulare del sacerdote che, scrive la Procura di Enna, sono stati “un riscontro dell’attività investigativa, a conferma della piena genuinità dei fatti denunciati” dalla vittima. Non solo. La polizia ha scoperto anche altri abusi: atti sessuali con

minorenni quando don Rugolo era già stato ordinato sacerdote. Reati che la Procura gli ha contestato dopo avere anche sentito le due nuove vittime. “La mia dolorosa storia - ha commentato il giovane che ha denunciato - sia la testimonianza che anche dopo dodici anni dalle violenze si può denunciare. La Squadra Mobile di Enna e in particolare il suo dirigente, Nino Ciavola, hanno fatto un lavoro eccezionale riscontrando, insieme alla Procura, tutte le cose che io avevo raccontato. Invito chi ha subito abusi a denunciare, un atto che impone coraggio, ma che ti rimette in pace con te stesso”. Il vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, parla di “accuse, se accertate, gravi, sia sotto l’aspetto penale che morale” ed ha “espresso vicinanza alla comunità ecclesiale di Enna”. “Fin da subito - afferma - ho prestato la mia totale disponibilità agli organi inquirenti e ho avviato gli accertamenti in mio potere a garanzia della massima trasparenza possibile. Alle presunte vittime assicuro la mia preghiera confidando che l’opera della magistratura saprà fare luce al più presto sulla verità dei fatti”.

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