Arriva nuova proposta intesa su Csm, Iv-Lega frenano
- direzione167
- 5 giu 2022
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Resta nodo elezione.Anm boccia ipotesi accordo.Cartabia avverte

ROMA, 09 APR - Intesa di massima raggiunta alla riunione di maggioranza con il ministro della Giustizia Marta Cartabia sulla riforma del Csm: c'è un accordo sulla carta sui punti che erano rimasti irrisolti come il passaggio di funzioni tra giudici e pm, che verrà limitato ad un solo cambio, e il sistema elettorale del Csm. Il ministro è soddisfatto per l'intesa raggiuta nel merito: "Sui contenuti ci siamo, la maggioranza ha condiviso i punti che si è impegnata a sostenere". Ma, pur plaudendo allo "spirito costruttivo" mette in guardia sulle resistenze dei partiti: "Il paese e il Presidente Mattarella si aspettano la riforma". Un sì convinto al nuovo testo viene da Fi e Azione. Ma l'insistenza di Iv sulla questione del sistema elettorale e le perplessità della Lega a non contraddirsi sui quesiti referendari, come la separazione delle carriere, fanno scattare l'allarme rosso del Pd. Italia Viva e Lega mostrano freddezza per l'ultima versione dell'intesa sulla riforma e fanno sapere di mantenere, al momento, i loro emendamenti. Silvio Berlusconi mette in chiaro: "Forza Italia si aspetta un ampio dibattito in Parlamento senza che venga posta la questione di fiducia". Ed anche i magistrati protestano. "E' un accordo che peggiora sensibilmente un impianto già denso di criticità "è il drastico il giudizio del segretario dell'Anm Salvatore Casciaro, preoccupato di trasformare le toghe in "burocrati" e che boccia la mediazione sull'unico cambio di funzioni: "E' una separazione delle carriere camuffata". L'Anm critica anche il sorteggio delle Corti d'appello ma soprattutto il "fascicolo di performance". Giudizi che provocano l'altolà della Lega: "La casta minoritaria dei magistrati di sinistra non può continuare a condizionare la vita di un intero Paese". I dem invece mostrano allarme per i riflessi politici dell'impasse e non nascondono la loro irritazione per la rigidità espressa da Lega e Italia Viva. "E' stata raggiunta un'intesa, ma un grande nodo politico resta ancora aperto: due forze politiche di maggioranza ancora non ritirano gli emendamenti sui quali c'è parere contrario del governo e resta l'ambiguità su come voteranno in commissione. Questo non è accettabile" protesta Anna Rossomando. IV intende infatti discutere le sue proposte in Commissione, che tornerà a riunirsi lunedì. La questione resta quella del sistema elettorale. L'accordo raggiunto dalla maggioranza prevede un sorteggio delle Corti d'appello per andare a formare i collegi elettorali: il sistema resta maggioritario binominale con un correttivo proporzionale. Ma non basta a Iv che vuole un sistema elettorale a sorteggio temperato. "E' l' unica strada per un cambio di passo" avverte Cosimo Ferri che nella sostanza rimprovera al governo di non voler risolvere alla radice il nodo delle correnti. E lancia quindi una proposta alternativa per cercare una "soluzione idonea a rappresentare anche le voci della magistratura silenziose e indipendenti. E cioè un sistema proporzionale puro". E' una proposta su cui ci sarebbe anche una certa apertura del M5s. Iv quindi annuncia che i suoi emendamenti restano: "li vogliamo discutere" dice Catello Vitiello. Quanto alla Lega, invece, il problema è sulla separazione delle funzioni. L'ultima versione del testo di riforma prevede che sia possibile solo una volta nella carriera di un magistrato cambiare funzioni da giudice a pm e viceversa. La scelta andrà fatta entro un arco temporale di 10 anni, ma il limite non varrà se le funzioni sono esercitate nel settore civile. Alla domanda su come avrebbe votato in Commissione, il partito di Via Bellerio, si racconta, non avrebbe preso un impegno esplicito e questo avrebbe irrigidito anche il M5s. "La strada del vero cambiamento passa dai referendum" chiarisce la senatrice Giulia Bongiorno, responsabile Giustizia della Lega, mostrando tuttavia disponibilità: "sosteniamo il ministro Cartabia che sta cercando un punto di equilibrio tra partiti". "C'è una trattativa in corso. Riteniamo che non sempre il governo debba cedere solo sulle posizioni di Pd e 5Stelle" le fa eco Riccardo Molinari.
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