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Assolti Vanneschi e Albertoni

La ventenne precipitò da un balcone a Palma di Maiorca in Spagna per sfuggire a un tentivo di stupro



AREZZO. Luca Vanneschi racconta che quando è arrivata la notizia della sua assoluzione ha abbracciato i genitori, ricevuto la chiamata del parroco e del sindaco del suo paese, Castiglion Fibocchi, piccolo comune alle porte di Arezzo, ha salutato amici e conoscenti "che hanno sempre creduto in me". E ha pensato a Martina Rossi, la ventenne studentessa genovese per la cui morte è finito a processo insieme ad Alessandro Albertoni, suo amico. Per l'accusa il 3 agosto 2011, quando la giovane morì precipitando dal balcone di una camera d'albergo di Pal- ma di Maiorca, Martina stava sfuggendo a un tentativo di stupro dei due imputati, coetanei della vittima, conosciuta in quella vacanza spagnola. "Ieri ho pensato a Martina subito perché finalmente è venuta fuori la verità, quella che voleva anche lei. A Martina ho sempre pensato ma sono sempre voluto stare in silenzio per rispetto dei genitori", spiega Vanneschi a giornalisti che ha incontrato nello studio ad Arezzo del suo avvocato Stefano Buricchi. È stato il legale martedì a telefonargli per comunicargli che la corte d'appello di Firenze aveva ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendolo insieme ad Albertoni. Entrambi erano stati condannati a sei anni dal tribunale di Arezzo nel 2018, per i reati di tentata violenza sessuale di gruppo e di morte come conseguenza di un altro delitto. "Sono stati nove anni lunghi intensi" ha detto ancora Vanneschi riferendosi all'inchiesta e al processo sul cui esito di ieri ha aggiunto: "Sinceramente non me l'aspettavo, ero molto negativo, per come era andata ad Arezzo. Quando Stefano mi ha chiamato è stata una gioia immensa": "Io sono innocente, io non c'entro niente. Sono stato minacciato, andavo nei locali e mi guardavano tutti male. Ci ho rimesso un'azienda e un'impresa, per tanto tempo non ho più lavorato" ha detto ancora Vanneschi che è un artigiano edile. "Per me - ha chiosato - è come se fosse iniziata una vita nuova". Su quel 3 agosto non ha voluto invece parlare: "Non me la sento" ha detto chiudendo l'incontro con la stampa. Il suo avvocato Stefano Buricchi ha voluto precisare poi che "l'assoluzione c'è stata per entrambi i capi di imputazione. La morte come conseguenza di altro reato era legata alla tentata violenza sessuale. Caduto il primo reato cade automaticamente il secondo poiché il giudice pronuncia sempre la sentenza più favorevole all'imputato. Abbiamo evitato dunque un grosso errore giudiziario". Nessun commento invece da parte di Alessandro Albertoni: il suo legale, Tiberio Baroni, ha spiegato che al momento preferisce rimanere in silenzio.

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