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Australia: missione Unesco su Grande Barriera Corallina

In pieno sbiancamento, stabilirà se dichiararla in pericolo



SYDNEY, 24 MAR - La missione scientifica dell'Unesco nella Grande Barriera Corallina d'Australia, in corso in questi giorni per stabilire se includerla nei siti 'in pericolo' del patrimonio mondiale, non avrà un quadro completo della situazione se non visiterà le scogliere coralline che stanno attraversando una fase di diffuso sbiancamento. Lo sostengono i gruppi ambientalisti e lo stesso inviato del governo presso la missione, il deputato indipendente Warren Entsch. Le riunioni sono iniziate lunedì a Brisbane - riferisce il Guardian Australia - con informative alla delegazione da parte di scienziati dell'Australian Institute of Marine Science, dell'Authority del Parco Marino della Grande Barriera Corallina, di rappresentanti dei proprietari tradizionali indigeni e di operatori turistici, ma c'è finora massimo riserbo sui dettagli della missione di 10 giorni, e in particolare sulle località che saranno visitate. L'Authority del parco marino della Great Barrier Reef intanto sta per completare la ricognizione aerea dei 2300 km della Barriera e lo scienziato capo dell'Authority, David Wachenfeld, ha già confermato che lo sbiancamento è diffuso ma variabile. In particolare, lungo un tratto di 250 km nella regione centrale della barriera, a nord e a sud di Townsville, la maggior parte dei banchi corallini si è sbiancata in misura severa, in una proporzione di almeno il 60%. Lo scienziato ha aggiunto che le ricognizioni aeree daranno un quadro più chiaro di come l'evento si paragona con cinque precedenti episodi di sbiancamento di massa, negli anni 1998, 2002, 2016, 2017 e 2020. Forti pressioni dal governo di Canberra lo scorso anno hanno convinto il World Heritage Committee di 21 paesi a sospendere la raccomandazione dell'Unesco di inserire la Barriera nella lista dei siti 'in pericolo', principalmente a causa degli impatti della crisi climatica. Il Comitato ha richiesto in cambio all'Australia di rilanciare la sua politica detta Reef 2050 "perché affronti la minaccia posta dal cambiamento climatico e intensifichi le misure per impedire l'inquinamento dagli scarichi in mare da terreni agricoli e di allevamento". Si attendono ora i risultati della ricognizione della missione Unesco, che dovrà deciderà se bollare come 'in pericolo' una perla del patrimonio naturale mondiale.

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