Baku, bombe sulle chiese
- direzione167
- 5 giu 2022
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CONFLITTO NEL NAGORNO-KARABAKH/COLPITA LA STORICA CATTEDRALE DI SHUSHA

MOSCA. Una storica cattedrale colpita e danneggiata, giornalisti feriti, bilancio dei caduti tra i militari in perenne aumento. È l'ultimo bollettino del conflitto nel Nagorno-Karabakh, dove gli scontri fra Armenia e Azerbaigian per il controllo della regione separatista sembrano ormai avviati a superare pericolosamente il livello di guardia. Mosca in tutto questo prova a mediare, sostenuta dal Gruppo di Minsk dell'Osce, di cui fanno parte Francia e Stati Uniti come co-presidenti, ma l'ingresso della Turchia nel complesso puzzle caucasico rende tutto più complicato. Sul campo la storica cattedrale di Ghazanchetsots, nella città di Shusha, sarebbe stata bombardata (per ben due volte) dalle forze azere, forse per mezzo di droni. A denunciarlo è l'Armenia stessa: "Giornalisti russi e locali sono stati feriti nel secondo bombardamento", ha scritto su Twitter il governo armeno, aggiungendo che un cronista russo è in "condizioni serie" ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Il ministero della Difesa azero ha però negato ogni responsabilità. Un portavoce del ministero ha infatti affermato che "le informazioni sui danni alla chiesa di Shusha non hanno nulla a che vedere con le attività dell'esercito azero". Le forze azere "non prendono di mira edifici e monumenti storici, culturali e soprattutto religiosi, a differenza delle forze armate armene, che hanno danneggiato strutture civili, edifici residenziali e anche il monumento religioso e architettonico dell'Imamzadeh durante il bombardamento a Ganja del 4 ottobre", ha sottolineato il portavoce. Insomma, è il solito schema delle accuse reciproche. Intanto secondo il ministero della Difesa della non riconosciuta Repubblica del Nagorno-Karabakh (NKR) altri 30 militari sono morti negli scontri con l'esercito azero; stando al rapporto aggiornato del ministero della Difesa del NKR, dall'inizio delle ostilità del 27 settembre sono stati uccisi in azione ben 350 militari dell'esercito di difesa del Karabakh. Nel mentre la diplomazia prova a trovare spazi di dialogo. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha annunciato infatti che è in corso di negoziazione un incontro dei ministri degli Esteri di Russia, Armenia e Azerbaigian a Mosca, con il coinvolgimento dei copresidenti del Gruppo di Minsk dell'Osce. "Si stanno esaminando diverse linee d'azione", ha osservato la portavoce. "La Russia continua ad impegnarsi attivamente nella mediazione, sia come nazione che come membro del Gruppo di Minsk dell'Osce", ha continuato Zakharova. "Questi sforzi mirano all'immediata cessazione delle ostilità nel Nagorno-Karabakh e nei suoi dintorni, al ripristino di un processo negoziale pacifico, basato sui principi di base esistenti e sui relativi documenti internazionali".
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