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Barr interviene sul caso Flynn

GIUSTIZIA/L’ATTORNEY GENERAL VUOLE RIESAMINARE CASI POLITICAMENTE DELICATI


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WASHINGTON. Nuovi sospetti di interferenza politica della Casa Bianca nella giustizia dopo il caso Stone. L’attorney general William Barr ha assegnato procuratori esterni all’ufficio della capitale per riesaminare casi politicamente sensibili, tra cui quello di Michael Flynn, primo consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump poi coinvolto nel Russiagate. Flynn aveva ammesso di aver mentito all’Fbi e aveva collaborato con l’indagine ma recentemente ha annunciato la sua intenzione di ritirare la sua dichiarazione di colpevolezza, a pochi giorni dalla sen- tenza. Trump intanto ha ignorato la pubblica richiesta di Barr di non twittare più sul dipartimento di giustizia per non metterlo in difficoltà, affermando di avere il “diritto legale” di chiedere al ministero di intervenire in un caso criminale, anche se per ora “ho scelto di non farlo”.Dopo essere uscito indenne dal Russiagate ed essere stato assolto nel processo di impeachment, il presidente, insofferente ad ogni meccanismo istituzionale di bilanciamento dei poteri, sfoggia un senso di onnipotenza e di impunità rivendicando il diritto di dire e fare ciò che vuole. E mettendo in discussione la tradizionale indipendenza del dipartimento di giustizia, mentre continua le sue “purghe” nell’amministrazione, ammette candidamente di aver mandato il suo avvocato personale Rudy Giuliani in Ucraina a raccogliere informazioni sui Biden e preannuncia il veto contro la risoluzione del Congresso che limita i suoi poteri di guerra all’Iran.Il suo ultimo tweet arriva poche ore dopo che Barr si era lamentato in una intervista ad Abc dei cinguettii del tycoon sulla giustizia, con una mossa insolita e audace per uno dei suoi alleati più fedeli. “Sono felice che il presidente non mi abbia mai chiesto nulla in un caso criminale ma i suoi tweet sul dipartimento, sui nostri funzionari, sui casi pendenti e sui relativi giudici mi rende impossibile fare il mio lavoro e garantire i tribunali e i procuratori che stiamo facendo il nostro lavoro con integrità”, ha spiegato il ministro. “E’ tempo di mettere fine ai tweet sui casi criminali del dipartimento di giustizia”, aveva ammonito. Barr ha anche distinto quando il presidente ha l’autorità di intervenire: “Se le sue preoccupazioni sono legate al terrorismo, alle frodi bancarie o cose del genere egli può certamente chiedere di dare un’occhiata, e’ perfettamente appropriato. Ma se chiede di indagare qualcuno perché, come si percepisce, è un suo avversario politico allora l’attorney general non deve eseguire”.Una mossa che segue l’imbarazzo del caso Roger Stone, con il ministero della giustizia che ha sconfessato i quattro procuratori ‘rei’ di aver chiesto una pena troppo alta (7-9 anni) per l’ex consigliere elettorale del tycoon implicato nel Russiagate e ne ha chiesto una più mite proprio poco dopo un tweet furioso di Trump. La Casa Bianca ha reagito in modo composto ma assertivo all’ intervista di Barr: “Il presidente usa i social media in maniera molto efficace per combattere per il popolo americano contro le ingiustizie nel nostro Paese, comprese le fake news” e “ha il diritto come ogni cittadino americano di esprimere pubblicamente le sue opinioni”, ha fatto sapere la portavoce Ste- phanie Grisham, precisando che Trump “non è affatto seccato” dalle critiche del ministro verso cui ha ancora “piena fiducia”.Il leader della maggioranza repubblicana al Senato Usa, Mitch McConnell, invita Trump ad ascoltare i consigli di Barr, ma per i dem si tratta solo di un teatrino in cui il ministro cerca di salvare la faccia, dopo aver tolto già molte castagne sul fuoco al tycoon o avallato la sua controinchiesta sul Russiagate. Anche la decisione odierna di non incriminare per presunte fughe di notizie Andrew McCabe, l’ex numero due dell’Fbi silurato da Trump, viene letta come un tentativo di dimostrare l’indipendenza del diparti- mento di giustizia dal presidente. Un tentativo che sembra vanificato dalla notizia della revisione del caso Flynn.

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