Bce: più tempo per la ricapitalizzazione
- direzione167
- 5 giu 2022
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L’istituto ha anche aperto alla possibilità di risollevare il veto di remunerazione imposto agli azionisti

di Angelica Folonari
ROMA. Le banche europee, ancora alle prese con gli effetti della crisi scatenata dall'epidemia di Covid 19, possono stare tranquille: i tempi per passare alla necessaria ricostruzione del capitale eroso nell'ultimo anno, così come richiesto dalla Bce, potranno anche essere posticipati. Parola del numero uno del Consiglio di vigilanza bancaria della stessa Banca centrale europea, Andrea Enria, che ha anche aperto alla possibilità di sollevare, già dal prossimo autunno, il veto di remunerazione degli azionisti imposto alle banche in piena pandemia. Gli istituti di credito europei hanno assorbito bene il primo shock conseguente al coronavirus, ha ricordato il presidente del Supervisory board, e la conservazione del capitale "è stata anche aiutata dalla nostra raccomandazione sulla distribuzione dei dividendi". Dividendi che a questo punto, se tutto andrà bene, potrebbero tornare ad essere distribuiti ai soci già nei prossimi mesi. "Abbiamo chiaramente comunicato che, in assenza di sviluppi inaspettati e avversi nei prossimi mesi, programmiamo di ritirare la nostra raccomandazione alla fine del terzo trimestre e di tornare alla ordinaria politica di distribuzione" dei dividendi, ha affermato Enria. Specificando che ciò sarà comunque deciso "sulla base della valutazione previsionale del capitale di ciascuna banca". La prospettiva di una ripresa dei pagamenti "entro parametri prudenti", così come già auspicato dalla Bce, ha portato le banche a comunicare piani di distribuzione per circa 10 miliardi di euro, in linea con i livelli previsti dalla raccomandazione di Francoforte. "Solo pochi istituti hanno piani leggermente superiori alle soglie previste" ha assicurato Enria. A questo punto, invece di continuare a bloccare la remunerazione degli azionisti, la Bce apre per le banche la possibilità di far fronte alle difficoltà emerse con la pandemia concedendo loro più tempo per ricapitalizzarsi. "Nei prossimi mesi - ha detto infatti - guarderemo da vicino gli sviluppi e saremo pronti a posticipare il calendario per ricostruire i buffer se questo potesse aiutare le banche a gestire rapidamente l'atteso rialzo degli Npl". Enria ritiene comunque cruciale che le banche riconoscano le svalutazioni creditizie senza ritardi, ma ricorda che "un ampio spazio per assorbire le perdite è disponibile per tutte le banche sotto la nostra supervisione, specialmente se si considera che la flessibilità dei buffer che abbiamo garantito include i buffer di conservazione del capitale e resta valida almeno fino alla fine del 2022". Tuttavia, ha assicurato, "il processo di ricostruzione inizierà solo quando la riduzione del capitale sarà dietro di noi". Guardando avanti, le banche dovranno a suo avviso mantenere un occhio vigile e rapido sulla valutazione dei rischi di credito che mostrano ancora segnali di aumento. Ma se ancora non siamo fuori dalla crisi, per gli istituti italiani arrivano tuttavia notizie rassicuranti: secondo l'ultimo rapporto Abi, infatti, le sofferenze nette bancarie a gennaio 2021 sono scese sotto i 20 miliardi, a quota 19,9 miliardi di euro, toccando il livello minimo dal giugno 2009 e in calo rispetto ai 20,9 mi- liardi di dicembre 2020 e ai 26,3 miliardi di gennaio 2020. Ma la contrazione è ancora più impressionante se confrontata ai numeri del novembre 2015 quando fu raggiunto il livello massimo delle sofferenze nette: si tratta di un -77,6% rispetto agli 88,8 miliardi di allora.
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