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Bce: pronta ad accantonare il tabù del 2%

INFLAZIONE/L’obiettivo per Lagarde potrebbe saltare sotto i colpi della grande crisi pandemica



di Domenico Conti

ROMA. Anche il 2% d'inflazione, l'obiettivo d'inflazione della Bce sancito dai Trattati e linea rossa della Bundesbank, potrebbe saltare sotto i colpi della grande crisi pandemica, assieme alle regole di bilancio che la stessa Eurotower chiede di non ripristinare finché le economie avranno bisogno dello stimolo della spesa pubblica. A preparare il terreno, nell'ambito della revisione periodica della politica monetaria che Francoforte compie periodicamente, è la presidente Christine Lagarde, con parole che hanno suscitato l'inevitabile replica - ma neanche troppo inamovibile - del presidente della 'Bubà Jens Weidmann. L'occasione è la conferenza annua 'The ECB and its watchers', una kermesse di analisti, media, policymaker che si riuniscono a Francoforte per ascoltare i signori dei tassi d'interesse. E segna una rottura col passato, l'ennesima dopo l'addio al tabù degli acquisti di debito pubblico, il 'whatever it takes' di Mario Draghi e, da ultimo, la sospensione del Patto di stabilità europeo: è la stessa Lagarde a invocare in Europa politiche di bilancio espansive - come quella che Palazzo Chigi ha messo in programma per la legge di bilancio 2021- in tandem con quelle monetarie della Bce fin tanto che servirà". Una rottura non del tutto inattesa: i segnali c'erano da un pò, a partire poche settimane fa da un intervento di Fabio Panetta, consigliere esecutivo della Bce, che aveva posto con forza l'urgenza di risollevare l'inflazione. E la strada che la revisione strategica dell'Eurotower potrebbe intraprendere è appena stata imboccata dalla Fed di Jay Powell: le banche centrali, incapaci di risollevare l'inflazione compressa dalla crisi e dal trend secolare della globalizzazione e dell'eCommerce che abbattono i prezzi, cominciano a non fissare più il raggiungimento di un livello d'inflazione puntuale. Comunicano invece che guarderanno a una media, promettendo quindi che quell'obiettivo verrà superato in futuro, per un certo periodo di tempo. Lagarde, precisando che la review è ancora in corso e nulla è deciso (c'è da fare i conti con l'opposizione dei falchi, tornata ad essere rumorosa), ha spiegato che l'obiettivo d'inflazione "vicina, ma inferiore al 2%" scritto nello statuto, e fissato nell'ultima review del 2003, "era adeguato" ad altri tempi. Ora "le preoccupazioni sono diverse" da allora. E insomma - ha detto parlando in video - l'utilità di un approccio come quello della Fed, in cui le banche centrali s'impegnano esplicitamente a compensare le perdite d'inflazione passate "può essere esaminata". Una posizione, quella della francese, che non necessariamente (come nel caso della Fed) risolleverà l'inflazione. Ma che guarda implicitamente allo stabilizzare l'economia, "perché la promessa di un'inflazione che rompe il tetto (del 2%, ndr) alza le attese d'inflazione e dunque abbassa i tassi reali". Già l'effetto annuncio, insomma, è una manovra di politica monetaria. Anche se i mercati non sono stati troppo galvanizzati (le Borse europee hanno chiuso deboli), non è l'unica novità che potrebbe arrivare con la conclusione della strategy review, iniziata a gennaio e subito sospesa a marzo per il Covid per terminare solo a settembre 2021. Lagarde ha ipotizzato di rimettere in discussione la finestra temporale di medio termine su cui misura la stabilità dei prezzi. E persino la possibilità di guardare all'inflazione 'core’, depurata da alimentari ed energia, nel valutare l'andamento dei prezzi. Pesa la disillusione, fra gli investitori, rispetto alla capacità reale di incidere delle banche centrali, che potrebbero trovarsi nella totale impotenza di una trappola della liquidità. E c'è il nodo politico di una minoranza, nella Bce, che vede il rischio - non del tutto campato in aria - di un'istituzione che, esaurita la leva dei tassi, finirà per sottoscrivere così tanto debito pubblico da finire in pasto agli appetiti della politica. "Gli acquisti di debito su larga scala rischiano di confondere i confini fra politica monetaria e politica di bilancio", avverte Weidmann alla stessa conferenza. E ampliare troppo l'interpretazione del mandato della Bce - come sta avvenendo di fatto per superare i confini di una banca centrale relegata a mero custode della stabilità dei prezzi - rischia di invischiare l'Eurotower nelle pastoie della politica. Ma potrebbe non esserci altra scelta.

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