Biblioteche, viaggio virtuale alla Riccardiana di Firenze
- direzione167
- 5 giu 2022
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Reportage promosso su canali social del Ministero della Cultura

ROMA, 07 APR - E' la Biblioteca Riccardiana di Firenze la nuova protagonista del viaggio virtuale che ogni settimana accompagna alla scoperta delle 46 biblioteche dello Stato, grazie a una serie di reportage promossi sui canali social del Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini. Il Palazzo Medici Riccardi che ospita la Biblioteca Riccardiana venne realizzato nel 1450, nel cuore della città e deve il nome alla famiglia fiorentina che acquistò lo storico edificio dalla famiglia dei Medici. Nel corso del Settecento la biblioteca si ingrandì ulteriormente acquisendo nuovi spazi, ma il Settecento segnò anche la fine della ricchezza economica della famiglia che si ritrovò in completo fallimento alla fine del secolo. I libri furono dunque messi all'asta nel 1810, l'asta andò deserta, fino a che una cordata di librai fiorentini non la acquisì nel 1813 in blocco. Fu poi venduta alla municipalità di Firenze e due anni dopo, il 9 ottobre 1815, venne aperta al pubblico per continuare la sua funzione di biblioteca pubblica statale fino ad oggi, con un'interruzione tra le due guerre mondiali, perché fu chiusa per riaprire nel 1941. "Il nostro punto di forza è la collezione dei manoscritti, ed è il motivo per cui ogni anno accogliamo visitatori da tutto il mondo - spiega nel video la direttrice, Francesca Gallori -. E' una collezione di estrema importanza sia dal punto di vista storico, che artistico, che filologico. Accanto a un piccolo numero di manoscritti greci e in lingua araba, abbiamo grandi manoscritti miniati raccolti dal gusto collezionistico dei Riccardi e legati anche a questo palazzo, come il Virgilio Riccardiano che illustra le fasi di costruzione di questo stesso palazzo mentre racconta per immagini le vicende di Enea, oppure il libro d'abaco fatto fare e illustrare da Lorenzo il Magnifico per il figlio Giuliano, futuro Duca di Nemours, e tanti altri. Abbiamo poi una raccolta considerevole di manoscritti in volgare, anche manoscritti danteschi tra cui spicca quello della Commedia copiato da Boccaccio, o la parte Riccardiana del Riccardiano Braidense che è uno dei manoscritti più antichi della Commedia". La presenza massiccia di questi manoscritti in volgare è dovuta al fatto che in questa biblioteca nel corso del Seicento e del Settecento confluirono le biblioteche, o parte di esse, delle grandi famiglie fiorentine, che avevano conosciuto la rovina finanziaria prima dei Riccardi e che a loro volta avevano raccolto le biblioteche dei preumanisti o degli umanisti fiorentini. "Abbiamo infatti i libri appartenuti a Boccaccio, a Coluccio Salutati, Marsilio Ficino, Pietro Crinito, Benedetto Varchi, Bartolomeo Fonzio - conclude la direttrice - insomma si può dire senza troppa superbia che in queste stanze sono raccolte le pagine più importanti dell'Umanesimo e del Rinascimento fiorentino".
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