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Biden accelera sui vaccini

SÌ AL MAXI PIANO DA 1900 MILIARDI. RADDOPPIATO L’ORDINE A J&J



WASHINGTON. Joe Biden accelera sui vaccini e, mentre l’Europa arranca, raddoppia a 200 milioni di dosi l’ordine a Johnson&Johnson. Il presidente intanto, pur alle prese con un’inaspettata emergenza immigrazione al confine col Messico, suggella i suoi primi 50 giorni alla Casa Bianca con l’approvazione definitiva da parte della Camera del piano di aiuti Covid da 1.900 miliardi di dollari, uno dei più grandi della storia americana e che si aggiunge ai due precedenti pacchetti di stimoli per un valore complessivo di quasi altri 3.000 miliardi. Per l’annuncio delle 100 milioni di dosi, attese per la seconda metà dell’anno, Biden ha scelto l’incontro alla Casa Bianca con i dirigenti di Johnson&Johnson e Merck, una settimana dopo aver mediato un accordo tra le due case farmaceutiche rivali per aumentare la produzione del vaccino sviluppato dalla prima. J&J aveva già concordato lo scorso agosto una fornitura agli Usa di 100 milioni di dosi (a 10 dollari l’una) entro il prossimo giugno e il suo obiettivo ora è produrle entro maggio, quando il presidente conta di avere abbastanza vaccini per tutti gli americani. Ma l’accordo consentiva al governo americano di acquistarne altre 200 milioni e Biden ha esercitato una prima opzione. Quanto alla cooperazione internazionale, anche per lui in questo caso vale l’America first di trumpiana memoria: priorità agli americani, poi alleati e partner. Il presidente intanto incassa, insieme al suo partito, il suo primo vero successo politico e legislativo nonostante l’opposizione repubblicana: l’ok al piano di salvataggio da 1.900 miliardi, che firmerà venerdì dopo aver parlato giovedì sera in diretta tv alla nazione in occasione del primo anniversario dell’inizio di una pandemia che negli Usa ha causato oltre 527 mila morti e quasi 30 milioni di contagi. Oltre la metà del pacchetto è destinato alle famiglie attraverso la proroga sino a settembre dei sussidi di disoccupazione da 300 dollari a settimana, l’espansione di un credito d’imposta per i figli a carico e un nuovo pagamento diretto da 1.400 dollari a persona, con un tetto di 75 mila dollari di reddito per un single e 150 mila per una coppia. E’ il terzo assegno governativo dall’inizio della pandemia. Il primo ha consegnato 1.200 dollari a quasi tutti i cittadini americani all’inizio della crisi, un secondo pagamento di 600 dollari è stato effettuato lo scorso dicembre, col nome di Donald Trump stampato. Biden invece non ha voluto il suo, per non personalizzare l’operazione. Ma il piano, approvato nei sondaggi dalla maggioranza della popolazione, contiene anche altro: 350 miliardi di dollari di aiuti agli Stati e ai governi locali, 130 miliardi per le scuole, 14 miliardi per la distribuzione dei vaccini, 49 per rafforzare test e ricerca sul Covid-19. Il pacchetto ha tuttavia perso per strada una delle promesse elettorali di Biden, la misura più cara alla sinistra dem: l’aumento del salario minimo a 15 dollari all’ora, con una votazione che ha dimostrato come in un Senato con 50 repubblicani e 50 democratici abbiano assunto un’importanza cruciale i senatori più centristi e moderati. In ogni caso il bazooka ha già rianimato la Borsa, scaldando i motori di un’economia che mostra precoci segni di ripresa e incoraggianti previsioni di crescita. Una manovra che promette di far ripartire presto l’America, insieme all’accelerazione sui vaccini, già somministrati al 10% della popolazione con un ritmo di 2,1 milioni di dosi al giorno. E alcuni Stati a guida repubblicana, come Texas, Mississippi e Wyoming hanno già annunciato la riapertura al 100% sfidando i moniti delle autorità sanitarie federali.

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