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Biden cancella il sogno di Trump Domenica

CASA BIANCA/RETROMARCIA SUL GIARDINO DEGLI EROI, IL PRESIDENTE “DEMOLISCE” IL PROGETTO



WASHINGTON. Joe Biden cancella per decreto uno dei sogni di Donald Trump: la realizzazione di un ‘Giardino Nazionale degli Eroi Americani’. L’ex presidente lo aveva annunciato lo scorso 4 luglio, festa dell’Indipendenza, con alle spalle lo scenario mozzafiato del Mount Rushmore e l’immagine dei padri della patria scolpiti nella roccia. Poi con un ordine esecutivo aveva dato il via libera al progetto: una risposta alla “sinistra radicale che vuole cancellare la storia del nostro Paese”, aveva detto. E per questo varò pene fino a dieci anni di carcere per chi imbratta e vandalizza statue e monumenti di personaggi simbolo dell’epopea americana. E pazienza se molti di questi eroi vengono accusati di essere stati razzisti, schiavisti, o di aver spazzato via con la violenza la civiltà dei nativi americani. Ma il parco immaginato da Trump poco aveva a che vedere con la solennità del Mount Rushmore. Insieme alle statue di George Washington e di Ronald Reagan, il tyco-on avrebbe voluto quelle di personaggi come Davy Crockett, Kobe Bryant, l’asso afroamericano del baseball Jackie Robinson. E poi ancora Whitney Houston, Muhammad Ali, Louis Armstrong, Frank Sinatra, il conduttore del popolare show televisivo ‘Jeopardy’ Alex Trebek, il predicatore Bill Graham. Insomma, più un ‘museo delle cere’ che altro, e non senza qualche scelta polemica, come ad esempio l’esclusione iniziale di John Fitzgerald Kennedy. Per non parlare di Barack Obama che, piaccia o no, la storia negli Usa l’ha fatta come primo presidente afroamericano. In tutto le statue volute da Trump sarebbero dovute essere 244, 192 di uomini e 52 di donne. Ora tutto è finito in soffitta, il giardino degli eroi e anche l’inasprimento delle pene, revocato con un altro provvedimento. Una raffica di decreti quelli firmati nelle ultime ore alla Casa Bianca con cui il nuovo presidente continua a demolire, pezzo dopo pezzo, l’eredità del predecessore. Gli ultimi ordini esecutivi, infatti, si aggiungono ai 60 già varati nei primi 100 giorni da Biden, di cui 27 volti proprio a rottamare alcune delle più controverse decisioni di Trump. Firmato anche un decreto che revoca quello che il tycoon varò nel maggio del 2020 per indagare sui social media accusati di ‘censurare’ post e interi account, violando la libertà di espressione. La stessa sorte che mesi dopo toccò allo stesso Trump, cacciato da Twitter e Facebook dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio scorso

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