Biden frena i progressisti
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
IL PRESIDENTE ELETTO: “BASTA SLOGAN CHE FINISCONO SOLO PER DANNEGGIARCI”

di Ugo Caltagirone
WASHINGTON. Non bastano le indagini sul figlio Hunter, e nemmeno le polemiche sul conflitto di interessi in cui potrebbero incappare alcuni dei nomi scelti per la sua squadra di governo. Joe Biden non è ancora entrato alla Casa Bianca che è già alta tensione con la sinistra del partito democratico. Quei progressisti che con milioni di voti hanno contribuito alla sua vittoria e che ora pretendono una contropartita. Ma il presidente eletto, che insieme a Kamala Harris è stato scelta come persona dell’anno 2020 di Time, frena gli ardori dei vari Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Alexandria Ocasio Cortez. E respinge i primi assalti con l’avvicinarsi del suo insediamento. “Basta slogan che finiscono solo per danneggiarci”, lo sfogo raccolto in un audio pubblicato da The Intercept e registrato durante un incontro con i leader delle associazioni diritti civili. Biden ce l’ha in particolare con quel ‘Defund the Police’, via i fondi alla polizia, che ha rischiato di compromettere la corsa alla Casa Bianca e che ora rischia di compromettere i ballottaggi del 5 gennaio in Georgia. Una partita che mette in palio i due seggi che potrebbero consegnare ai democratici la maggioranza al Senato e, dunque, le chiavi dell’intero Congresso. Per questo il presidente eletto predica cautela e moderazione. Ma il pressing per un’agenda dei primi 100 giorni aggressiva e di rottura con il passato è già iniziato, ed è fortissimo. L’offensiva che per l’ala sinistra dei dem deve essere lanciata con una raffica di ordini esecutivi che spazzi via il trumpismo e dia il via a una sorta di rivoluzione: da una storica riforma della polizia alla versione più avanzata del Green New Deal, da una durissima stretta sul controllo delle armi alla cancellazione del debito per gli studenti universitari. Biden però mette in chiaro che il suo modo di procedere sarà un altro, e che gli obiettivi da perseguire dovranno essere realistici e abbordabili finanziariamente. “Non intendo attuare la mia agenda a colpi di decreto, ma lavorando col Congresso a politiche che siano durature”, il suo pensiero. “Rovescerò ogni decisione che il presidente Trump ha preso per decreto invece di cercare l’approvazione del Congresso e generando enormi danni”, ha spiegato Biden, “ma non violerò a mia volta la Costituzione. E l’autorità dell’esecutivo di cui i miei amici progressisti vanno parlando va ben oltre i limiti delle prerogative di un presidente”, sconfinando in quell’abuso di potere che è stato per quattro anni imputato a Donald Trump. Un messaggio chiaro e forte, dunque, che però rischia di aprire un fronte interno destinato a indebolire l’azione della nuova amministrazione. Ma per Biden cedere alla tentazione di far avanzare la sua agenda per decreti può diventare un boomerang: un decreto per vietare i fucili d’assalto senza un accordo col Congresso - ha spiegato con un esempio - potrebbe facilmente essere rovesciato da un futuro presidente repubblicano e usato come precedente per espandere in maniera drastica il diritto alle armi da fuoco. Bisogna stare attenti dunque. Così come non si possono trascurare le conseguenze finanziarie delle misure proposte. Come quella di cancellare per ogni studente almeno 50 mila dollari del prestito contratto per frequentare il college. Per i progressisti una decisione che Biden dovrebbe prendere varando un decreto nel Day One del suo mandato. Ma non è quello che intende fare il presidente eletto, ricordando come il suo programma prevede già uno sconto di 10 mila dollari a studente, ma attraverso una legge approvata dal Congresso.
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