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Biden in cerca del rilancio

PRIMARIE/CRUCIALE IL RISULTATO IN SOUTH CAROLINA, POI SI VA AL SUPER TUESDAY


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WASHINGTON. Circa il 60% degli elettori delle primarie dem in South Carolina ritengono che l’endorsement a Joe Biden da parte dell’influente deputato locale James Clyburn sia stato un fattore della loro decisione. E’ quanto emerge da un sondaggio ai seggi di Edison Research. Metà degli elettori inoltre ha dichiarato di volere un candidato che ritorni alle politiche di Barack Obama, un argomento chiave della campagna di Biden, che ne è stato il vice. Solo il 30% vuole politiche più liberali. Il miliardario Tom Steyer ha danzato con il rapper Juvenile nel suo ultimo comizio in South Carolina, dove i sondaggi lo davano terzo nelle primarie democratiche per la Casa Bianca. Ma Joe Biden sperava di ballare il charleston conquistando, nello stato che lo inventò, la sua prima vittoria, come hanno predetto gli istituti demoscopici. Al secondo posto era proiettato invece Bernie Sanders, che conta di cementare il suo status di frontrunner nella corsa alla nomination. Quello che ha rischiato di più è l’ex vicepresidente, che aveva bisogno di un successo netto per resuscitare le sue ambizioni presidenziali, finora tarpate dalle prime tre deludenti prestazioni.Il South Carolina sembra il terreno adatto per lui che confida nel voto dei neri. Un voto sempre più determinante per i candidati dell’Asinello: nel 2008 l’elettorato afro-americano rappresentava il 19% dei votanti democratici nelle primarie a livello nazionale, mentre quest’anno salirà a circa il 25%.Nel Palmetto State i neri costituiscono addirittura il 60% della base elettorale dem e quindi il loro orientamento diventa decisivo. Biden contava di vincere grazie al lungo rapporto con la comunità afroamericana, rafforzato dal fatto di essere stato per otto anni il vice di Barack Obama. Il ‘vecchio Joe’ ha incassato inoltre l’endorsement del deputato locale Jim Clyburn, il nero più alto in grado al Congresso e considerato il king-maker della politica dem in questo stato. Biden ha sempre considerato il South Carolina un “firewall” per la sua elezione ed ora si aspetta che sia anche una “rampa di lancio” per il Super Tuesday del 3 marzo, quando si voterà in 14 Stati e dovrà fare i conti pure con il miliardario Michael Bloomberg. “Se vinciamo solidamente qui penso che aumenteremo la raccolta fondi e l’entusiasmo”, ha commentato ieri l’ex vice di Obama in un seggio. Quello che ha recuperato più terreno è Sanders, un segnale che ha cominciato a sfondare anche tra i neri, dopo aver conquistato i latinos in Nevada.“Abbiamo fatto molta strada, quando abbiamo iniziato la campagna in South Carolina eravamo 25, 30 punti indietro”, ha ricordato il senatore, che comunque guarda già al Super Tuesday, dove è in testa sia in California che in Texas, i due stati che regalano più delegati. A sparigliare le carte danneggiando Biden a favore di Sanders potrebbero essere i repubblicani. Nel suo comizio della vigilia vicino a Charleston, Donald Trump ha suggerito ai suoi fan di votare per ‘crazy Bernie”, dopo aver fatto con loro un sondaggio su chi è l’avversario “più debole” e quindi “più facile da battere”.Un invito reso possibile dal fatto che le primarie sono aperte, quindi non si deve essere registrati a un partito per andare alle urne.“E’ tempo di votare e seminare un po’ di caos in South Carolina”, hanno scritto alcuni attivisti repubblicani in una email. Per gli altri candidati dem pare una gara proibitiva, comunque fuori dal podio. L’ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg e la senatrice Amy Klobuchar sembrano faticare con le minoranze, come ha dimostrato il voto del Nevada. In difficoltà anche la senatrice Elizabeth Warren, che spera di capitalizzare i suoi attacchi negli ultimi dibattiti tv ma che nei sondaggi ha percentuali ad una cifra.

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