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Bollette: Pil in recessione

CONFINDUSTRIA/I RINCARI METTONO IN GINOCCHIO SIA CITTADINI CHE IMPRESE



ROMA. Un ‘colpo’ durissimo che si abbatte sulla ripresa: lo 0,8% del Pil in meno quest’anno con un effetto depressivo anche sui consumi delle famiglie che perderebbero circa 5/6 miliardi. È il quadro a tinte fosche fornito dal Centro studi di Confindustria ‘colorato’ soprattutto dal riaccendersi dei contagi e dai rincari energetici che stanno colpendo le aziende fino addirittura a consigliare qualche imprenditore di tener chiuso per gli eccessivi costi di produzione. Le contromosse del Governo intanto vengono accolte con un coro di proteste: quelle del decreto Sostegni sono considerate del tutto insufficienti a fronteggiare l’emergenza. Un intervento che - calcola la Cgia - servirà a malapena a coprire appena il 6% dei rincari. Secondo i calcoli del Csc dunque “con gli attuali prezzi abnormi dell’energia, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi, il rischio è che il Pil subisca uno stop nel primo trimestre: almeno -0,8% l’impatto del caro- energia sul Pil del 2022". “Il rincaro dell’energia - evidenziano gli economisti di via dell’Astronomia - colpisce l’industria italiana” mentre “gli elevati contagi frenano i consumi di servizi”. Assistiamo ad una “risalita a forte rischio. A inizio 2022 si sono fatte più fitte le nubi, addensatesi già a fine 2021 sulla risalita del pil italiano, stimato in frenata nel quarto trimestre”. “Lo scenario per la manifattura ha iniziato a peggiorare a dicembre: il pmi è sceso (62,0 da 62,8), pur indicando espansione; gli ordini reggono a fatica. Il costo insostenibile del gas (+723% a dicembre sul precrisi) e dell’elettricità in Italia, sommandosi ai rincari degli altri input, sta causando temporanee chiusure di imprese nei settori energivori”. Per gli economisti dell’associazione “l’impatto sulla produzione industriale in Italia sarà registrato tra dicembre e gennaio (dopo il +0,7% medio a ottobre-novembre)”. Intanto, servizi e consumi sono visti “di nuovo giù. Il pmi dei servizi è calato a dicembre (53,0 da 55,9), segnale che la risalita sta frenando. Nel turismo il recupero fino a novembre era parziale (-25% dal 2019 i viaggi di stranieri in Italia) e ora la nuova ondata di contagi sta riducendo la mobilità delle famiglie (- 22% in Italia a gennaio 2022). Ciò potrebbe frena- re nuovamente le spese fuori casa, sebbene i limiti di legge restino moderati. Il recupero dei consumi (gap di -3,6% dal pre-crisi, tutto nei servizi) rischia di interrompersi”. Forte l’effetto sulla spesa delle famiglie: l’impatto del rincaro dell’energia (pari all’8,3% del paniere dei consumi) è stimato in circa 5/6 miliardi di euro: ciò sottrae risorse alla spesa in altri beni e servizi, frenando i consumi. La ricetta del governo non convince le diverse associazioni e i sindacati di settore che protestano: per Confindustria Energia, Assofond, Anav, Assohotel, Filcams, si tratta di misure insufficienti. Unica ad approvare è Federmep (matrimoni ed eventi) che però si augura che le risorse arrivino effettivamente. Per i trasporti pubblici in particolare, settore fondamentale per la mobilità dei cittadini, Anav sostiene: le misure del Dl Sostegni “sono di breve respiro e sicuramente insufficienti per sostenere l’industria del trasporto di passeggeri con autobus, del trasporto pubblico locale e commerciale. Sono invece necessari interventi urgenti a supporto della ripresa della mobilità collettiva delle persone e del turismo”. E alcuni, come nel caso di Assohotel (Confesercenti), a causa della mancata proroga della cassa Covid annunciano i primi licenziamenti.

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