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Boom di pannelli solari sui tetti degli edifici

Il fotovoltaico nuova frontiera dell’energia grazie al bonus e al superbonus con crediti dal 50% al 110%



di Stefano Secondino

ROMA. Autoprodursi l'elettricità a casa, in ufficio, in fabbrica o in paese, con pannelli solari sui tetti o sulle pareti degli edifici. È la nuova frontiera dell'energia, resa possibile dal boom della produzione di pannelli fotovoltaici, che ha fatto crollare i costi. Chi vuole mettersi in casa un impianto fotovoltaico, può usufruire del bonus ristrutturazioni al 50%. Ma si può accedere anche al superbonus 110%, se l'installazione dei pannelli si lega ad altri interventi considerati trainanti, come l'installazione di una pompa di calore o il cappotto termico. E poi c'è il discorso delle comunità energetiche, per le quali il Pnrr ha stanziato 140 milioni: cittadini e imprese di piccoli comuni che possono consorziarsi per installare i pannelli e consumare l'energia autoprodotta. Ora la produzione di elettricità non è più concentrata nello spazio ristretto di una centrale a gas, carbone o nucleare, ma è diffusa sul territorio: pannelli solari sparsi su terreni, capannoni e case, che forniscono energia a prezzi bassissimi a comunità, aziende, famiglie. E senza emissioni di gas serra. La rivoluzione del solare è racchiusa in queste due parole: produzione diffusa. I pannelli fotovoltaici possono fornire tutta la corrente necessaria a una casa o a una comunità. In questo caso sono spesso associati a impianti di accumulo: grosse batterie che si caricano quando batte il sole e rilasciano l'energia quando è buio, garantendo la continuità della fornitura. In molti casi, specie per le abitazioni, la produzione di corrente supera il consumo della famiglia. L'elettricità eccedente può essere venduta alla rete pubblica, con un guadagno ulteriore. Quando il sole non c'è, si ricorre alla rete. Se la produzione non copre tutto il consumo (come succede spesso per uffici pubblici o aziende), può dare però un taglio significativo alla bolletta, dell'ordine del 30-40%. Soldi risparmiati dagli utenti, e soprattutto CO2 non emessa dalle centrali a gas o a carbone. L'Eurac Research, un think tank con sede a Bolzano, sul suo sito ha raccolto una serie di esempi di pannelli solari su edifici. Dalla monorotaia che collega la stazione di Bologna all'aeroporto, coperta di pannelli che forniscono il 35% del suo fabbisogno, al palazzo nella città giapponese di Koshima che ospita il municipio e appartamenti, e ha pannelli sul tetto e sulle ringhiere dei balconi. Dal ClimateHouse Weather di Bonn, con la facciata blu su Reno fatta di celle solari, alla balaustra fotovoltaica dell'Hotel Torre Bassano di Torre del Greco (Napoli), in grado di coprire il 31% dei consumi di aria condizionata. I pannelli solari sono di vari tipi e vari costi. Si va dal monocristallino (il più caro ed efficiente) al policristallino (il più diffuso) al film sottile (il meno efficiente, ma economico e semitrasparente). Secondo Vincenzo Madera, contititolare di uno studio fiorentino di progettazione, "per una famiglia di 4 persone, un impianto solare da 3 kW costa dai 6.000 ai 9.000 euro. Si ammortizza in media in 8 anni e ha una vita di 25. L'energia in bolletta costa da 19 a 27 centesimi al kilowattora, mentre l'energia autoprodotta col fotovoltaico, considerata la manutenzione e l'investimento inziale, costa meno di 9 centesimi al kwh. E con le detrazioni fiscali, i costi effettivi possono scendere a 4-5 centesimi per kWh".

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