Cecchi Gori ai domiciliari
- direzione167
- 5 giu 2022
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PER RISCHIO CORONAVIRUS, SCONTERÀ OLTRE 8 ANNI A CASA. “ETÀ AVANZATA E PATOLOGIA”
di Marco Maffettone

ROMA. Sconterà la condanna ad oltre 8 anni di carcere nella propria abitazione ai Parioli, il produttore cinamatografico Vittorio Cecchi Gori. Il giudice relatore del tribunale di Sorveglianza di Roma, accogliendo una istanza della difesa, ha disposto che appena le condizioni di salute lo consentiranno l’ex proprietario della Fiorentina verrà trasferito dal Policlinico Gemelli, dove si trova piantonato da circa otto giorni, all’abitazione romana. La decisione del giudice dovrà essere ratificata dal tribunale di Sorveglianza in seduta collegiale. A motivare la decisione anche l’emergenza del coronavirus visto che Cecchi Gori rientra, per l’età e lo stato di salute, in una categoria a rischio nel caso si contagiasse.Dopo la condanna definitiva in Cassazione dei giorni scorsi a 5 anni e mezzo di reclusione per il fallimento della Safin Cinematografica, vicenda per cui aveva già passato quattro mesi agli arresti nel 2008, per il 77enne produttore cinematografico è arrivato, su disposizione della procura generale di Roma, un ordine di di carcerazione per scontare un cumulo di pena di 8 anni, 5 mesi e 26 giorni relativi sia al crac Safin e che a quello relativo alla Fiorentina. Sulla decisione del giudice relatore Angela Salvio ha inciso anche l’emergenza coronavirus. Nel provvedimento il giudice Angela Salvio afferma, infatti, che il produttore cinematografico per “l’avanzata età e per le patologie importanti da cui è affetto, rientra nella categoria di persone più esposte, per le quali le recentissime disposizioni impartite degli organi gover- nativi hanno esplicitamente consigliato la permanenza in ambito domiciliare o comunque l’adozione di comportamenti di distanziamento sociale, sulla base della indicazione scientifica per dette persone, di uno specifico fattore di rischio di complicazioni anche fatali collegato al rischio di contagio derivante dall’epidemia di Coronavirus”.Per il magistrato l’ex patron viola “allo stato si trova in una condizione fisica tale che per le patologie da cui è affetto necessita di molteplici e costanti interventi terapeutici e riabilitativi non eseguibili efficacemente e tempestivamente in ambito carcerario”.Il 27 febbraio scorso la Cassazione ha reso definitiva per l’imprenditore toscano -che da decenni vive a Roma- la pena per il fallimento della Safin Cinematografica, come deciso nell’ottobre del 2018 dalla Corte di appello romana per questo crac da 24 milioni di euro. Sempre la suprema corte nel 2006, per il crac della Fiorentina, ha reso definitiva la condanna a 3 anni e quattro mesi, coperti dall’indulto, e nel settembre scorso il tribunale civile di Firenze lo ha condannato a pagare oltre 19 milioni di euro di danni. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Massimo Biffa, difensore del produttore cinemato- grafico.“Esprimo soddisfazione, oltre che per il risultato ottenuto, anche per la celerità del provvedimento. Quanto capitato al mio assistito è la dimostrazione che la giusti- zia, se vuole, può essere rapida”, ha commentato il legale.
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