CHI VUOLE MORIRE PER L’UCRAINA?
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
di Oscar Bartoli
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Chi vuol morire per l'Ucraina?"
Così un amico italiano ci ha scritto commentando i momenti di paura e depressione che stiamo vivendo da una parte all'altra dell'Atlantico per la questione russo-ucraina.
Siamo sommersi da fake news, da approfondite previsioni dei super esperti, da dichiarazioni ufficiali della Casa Bianca e del Cremlino, da tentativi del presidente francese di mettere a confronto i due attori principali, Joe Biden e Vladimir Putin, (ma ci sta provando anche il premier italiano Draghi), dalla previsione che l'invasione dell'Ucraina da parte dei russi è questione di ore, dalla immacolata certezza di quelli che sanno come vanno le cose a livello diplomatico che tutto si concluderà con uno show off della potenza militare russa anche perché per Vladimir Putin le conseguenze economiche interne e esterne di una guerra sono prevedibilmente disastrose soprattutto per la Russia,… E via citando…
Uno scenario terribilmente frastagliato in cui l'uomo della strada (come il vostro redattore) non ha capacità di orientamento.
Ed allora uno cerca di articolare una ipotesi sulla base del semplice buon senso: Vladimir Putin appartiene ad una nomenclatura nota per il talento nel giocare a scacchi.
Vladimir Putin, al potere da trent'anni, deve consolidare la sua piattaforma di consenso alll'interno della Russia dove il richiamo agli splendori della potenza dell'Unione Sovietica serpeggia ancora tra tanti milioni di concittadini titillati dal recupero dell'inno nazionale dell'Urss al quale sono state cambiate le parole, dai baci ai calici della Chiesa ortodossa, ma soprattutto dallo sfoggio (questo sì che conta) della indiscutibile e moderna potenza militare della Russia.
Si aggiunga che per molti russi questa Ucraina è sempre stata e lo è tuttora in massima parte un grande rompimento di scatole perché si erge a paladino della superpotenza americana a ridosso dei confini con la Russia e quindi secondo Vladimir questa situazione deve cambiare.
Sono in pochi a ricordare che la Bielorussia è ormai parte integrante della Russia. Vladimir Putin vi ha piazzato larga parte delle sue armate che non se ne andranno facilmente considerati oltretutto gli ottimi rapporti amicali e commerciali tra lo zar e il presidente del fake stato Bielorussia.
È prevedibile dunque che a giorni le armate russe conquisteranno larga parte dell'Ucraina magari sparando pochi colpi, così com'è successo nel 2014 con l'invasione della Crimea.
Gli occidentali strilleranno come gazze impazzite, imporranno sanzioni ulteriori alla Russia che riuscirà comunque a scansarle come già sta facendo, incrementando semmai il rapporto privilegiato con la Cina sia sotto il profilo commerciale che difensivo.
Germania e Italia si guarderanno bene dall'insistere nel fare la voce grossa perché sono strangolate dalla necessità di approvvigionamento energetico attraverso i gasdotti e dai consistenti rapporti commerciali.
La Francia tutto sommato ne uscirà rafforzata nella sua immagine preelettorale perché tanto la maggior parte delle sue necessità energetiche è garantita dalle sue centrali nucleari alcune delle quali a due passi dall'Italia che, ricordate il referendum?, ha da tempo smantellato le due centrali che aveva costruito per tutelarsi di fronte al pericolo di un contagio nucleare. Infatti abbiamo continuato per anni a mangiare verdura e funghi nuclearizzati dall'implosione di Chernobyl.
Le nazioni baltiche saranno quelle più in allarme per l'allargamento della potenza quasi-sovietica. La Nato ne uscirà con le ossa rotte proprio perché a livello europeo non è certo che tutti vogliano morire per l'Ucraina.
Che Dio ce la mandi buona e senza vento.
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