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Cina: +1,5% inflazione a marzo, +8,3% prezzi alla produzione

Rialzo oltre le attese, pesano Ucraina e lockdown anti Covid-19



PECHINO, 11 APR - La dinamica dei prezzi in Cina è cresciuta oltre le attese a marzo: l'inflazione ha registrato un aumento annuo dell'1,5%, dopo essere rimasta invariata allo 0,9% per due mesi di fila, superando le stime degli economisti a +1,4%, mentre l'indice dei prezzi alla produzione ha guadagnato l'8,3%, in calo dall'8,8% di febbraio e al di sopra delle previsioni degli analisti a +8,1%. La guerra in Ucraina, dopo l'invasione da parte della Russia, ha fatto aumentare i costi delle materie prime globali, compreso il petrolio, esacerbando le pressioni economiche nel mezzo degli sforzi di Pechino per contenere il peggior focolaio di Covid-19 degli ultimi due anni. I blocchi per frenare la diffusione delle infezioni in diverse città, tra cui il pesante lockdown di Shanghai, e province hanno anche interrotto le forniture alimentari, facendo salire i prezzi per i consumatori: gli ortaggi freschi, ad esempio, sono cresciuti del 17,2% (da -0,1% di febbraio), secondo i dati dell'Ufficio nazionale di statistica. Tra le sottovoci, il carburante per i trasporti è salito del 24,1%. Le autorità cinesi nelle ultime settimane hanno promesso di stabilizzare l'economia con il peggioramento dell'epidemia, alimentando le speculazioni su un possibile taglio dei tassi o altre misure di allentamento a breve. Su base mensile, i prezzi al consumo sono rimasti a sorpresa invariati contro un consensus a -0,1%, mentre quelli alla produzione sono saliti dell'1,1% (da +0,5% di febbraio), portando il rialzo dei primi tre mesi a +8,7%.

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