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Cingolani,pressing su rinnovabili;presto aiuti a imprese

Bonomi, industrie assorbono l'inflazione, ma non reggiamo



ROMA, 04 APR - La guerra in Ucraina ha portato l'Italia al "momento clou" sulla sicurezza energetica nazionale: "Non abbiamo alternative all'indipendenza energetica e abbiamo una emergenza ecologica altrettanto importante. Tutti parlano delle rinnovabili, il tempo delle chiacchiere è finito". Non lascia spazio a ulteriori polemiche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, al primo intervento della giornata a Radio24. "In questo momento la formidabile dipendenza energetica dalla Russia è veramente difficile da giustificare e da sopportare", dice più tardi via video alla presentazione di un nuovo master di Bocconi e Politecnico di Milano spiegando che "è anche il momento di correggere errori antichi" che hanno portato alla riduzione della produzione nazionale di gas per timori ecologisti, territoriali e paesaggistici. Ora l'emergenza deve indurre il Paese a "pensare a quale panorama energetico vogliamo per i prossimi 30 anni, dobbiamo guardare a un futuro più moderno con la combinazione di sorgenti il più possibile ampia" e che aiuti la transizione ecologica, "è il momento del sacrificio" aggiunge il ministro. Sugli ostacoli burocratici di Regioni e Sovrintendenza alle rinnovabili, avverte che "se permarranno le situazioni per cui tutto viene bloccato per la 'sindrome nimby' bisognerà intervenire in altro modo, spero di no perché qui si tratta di emergenza nazionale. I processi amministrativi seguono proprie logiche ma non possono ignorare la priorità dello stato". I rifornimenti di gas da Mosca al momento non sono a rischio, ma il caro bollette ha portato il governo a spendere "21 miliardi di euro per 9 mesi" a favore di famiglie e imprese, ricorda Cingolani che sollecitato su Radio24 sugli interventi a favore delle aziende - anche dopo l'allarme lanciato dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi sulle enormi difficoltà del settore - spiega che "ci sono piccoli margini e bisogna fare i conti con le risorse, ma stiamo valutando altri interventi" fra cui "una certa quantità di energia dedicata solo a aziende ad alto consumo". "Aspettiamo a breve, in un paio di settimane la nuova direttiva Repower Eu perché fare prezzo dell'energia e del gas sono situazioni che vanno affrontate a livello europeo, perché è un mercato globale. L'Italia si è fatta promotrice del prezzo limitato, il price cap, che potrebbe cambiare tutto, sono allo studio diverse misure e bisogna fare i conti anche con le disponibilità finanziarie". La madre di tutte le battaglie, secondo il ministro, "è avere un limite al prezzo del gas che deve essere internazionale, perché con un price cap solo nazionale, gli esportatori direbbero 'non vendiamo in Italia perché non ci conviene' e saremmo fuori dal giro". Un intervento europeo "avrebbe più senso perché l'Europa importa i 3/4 del gas mondiale e ha una tale forza commerciale come acquirente da poter determinare anche i prezzi di mercato". Bonomi insiste sull'emergenza delle industrie che "assorbono l'inflazione, ma non reggiamo - avverte - Se abbiamo l'inflazione core all'1,7%, mentre in Europa è al 3%, è perché abbiamo assorbito nelle nostre filiere gli aumenti delle materie prime, quando le troviamo, e dell'energia. Ma produrre è diventato antieconomico". Il Pnrr "oggi non basta più ad affrontare la situazione, abbiamo ritardi di logistica in tutto il mondo, oggi c'è bisogno di una guida politica seria, precisa, servono grandi riforme" ha ribadito concludendo il convegno organizzato da industriali piemontesi e Intesa Sanpaolo.

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