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Con lo scudo Consob spunta Unipol in Mediobanca



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MILANO. Il provvedimento della Consob preso due settimane per limitare il rischio di scalate sulle società italiane, alla luce dei prezzi a saldo, fa emergere un quadro per certi versi inedito sull'azionariato dei gruppi quotati in Borsa. Fra questi spicca la presenza di Unipol Sai in Mediobanca con una quota a ridosso del 2%. Non si tratta di un acquisto delle ultime settimane, in coincidenza col crollo dei mercati sull'onda dell'espandersi del coronavirus, bensì di una partecipazione finanziaria messa insieme nel 2019 dalla compagnia assicurativa il cui management ha solidi rapporti, dall'acquisto di Fonsai alla recente ops di Intesa su Ubi, con quello di Piazzetta Cuccia. Quest'ultimo è finito nel frattempo nel mirino di Leonardo del Vecchio dopo l'ingresso del numero uno di EssilorLuxottica, avvenuto nell'ultima parte dello scorso anno, con quasi il 10% nel capitale della banca, la quale a sua volta è socia di Generali (col 13%) così come dell'imprenditore. La comunicazione fatta da Unipol Sai il 18 marzo riguarda l'1,956% di Mediobanca che la compagnia bolognese aveva già in mano al momento della decisione della Commissione, presa il giorno precedente, di abbassare in 48 società quotate la soglia su cui far scattare l'obbligo di comunicare le partecipazioni. Per le più grandi come Mediobanca l'asticella è stata spostata dal 3 all'1%, per le altre dal 5 al 3%. Si tratta di un provvedimento valido fino a metà giugno, alla pari del divieto stabilito lo stesso giorno dalla Commissione sulle vendite allo scoperto sull'intero listino, e che ha scadenza stanotte per quanto riguarda la comunicazione delle quote possedute il 17 marzo. Fra i soggetti che si sono portati avanti, oltre a Unipol che ha comunicato anche la sua presenza storica in Rcs con il 4,89%, ce ne sono diverse, spesso già note, per dimensioni e settore come la People's Bank of China all' 1% di Eni. Nei giorni immediatamente successivi alla provvedimento della Consob sono emerse poi prese di posizione o arrotondamenti come quelli di Bankitalia in Leonardo con l'1% e con la stessa quota in Moncler, dove Blackrock si è portata al 5%. Sempre attiva in Italia si dimostra poi Norges Bank con l'1,1% in Pirelli, l'1% in Saipem e lo 0,86% in Salini. Tornando a Mediobanca, dove Del Vecchio non risulta aver fatto passi avanti per chiedere alla Bce di salire oltre il 10%, l'istituto in questa fase si è risparmiato lo stop ai dividendi raccomandato dalla Vigilanza. L'esercizio di Piazzetta Cuccia chiude infatti a fine giugno e la proposta della cedola da portare al'assemblea sarà presa dal Cda ad agosto

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