Con pandemia più disturbi comportamento alimentare
- direzione167
- 5 giu 2022
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Esperta, aumentano i maschi. Il 15 la Giornata nazionale

PERUGIA, 13 MAR - La pandemia di Covid con le misure restrittive adottate per contenerla ha avuto "un effetto devastante, traumatico, nella vita di tutti, ma in particolare nelle categorie più fragili". E una ricerca epidemiologica nazionale sui Disturbi del comportamento alimentari ha messo in luce nel 2020 un "aumento netto del 30%" di anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata in tutte le aree del Paese. A tracciare il quadro è Laura Dalla Ragione, direttore della Rete disturbi del comportamento alimentare dell'Usl Umbria 1 e presidente della Società italiana riabilitazione per queste patologie. Lo fa con l'ANSA in vista della giornata nazionale contro i Disturbi alimentari in programma il 15 marzo. Secondo Dalla Ragione "si calcola che in Italia in questo momento ci siano circa tre milioni di persone affette da tali patologie". "Purtroppo oggi anche i maschi sono colpiti - spiega ancora la presidente della Siridap - mentre fino a dieci anni fa erano indenni. Ora invece nella fascia adolescenziale sono il 20 % e probabilmente tra dieci anni questo non sarà più un disturbo di genere. Il motivo dell'interessamento del mondo maschile è collegato al cambiamento del rapporto con il corpo dei ragazzi, anche per loro teatro del disagio". Per Dalla Ragione "probabilmente il lockdown ha fatto emergere una sofferenza più nascosta, quella maschile". L'esperta spiega quindi che più colpita rimane ancora la fascia tra 12 e 25 anni, ma in questo momento ci sono anche "esordi precoci di bambini di 8-9 anni e persone adulte di 40-50 che si ammalano per la prima volta". "In un certo senso - dice - si tratta di forme nuove di depressione che possono colpire tutti, indistintamente dal livello sociale e culturale". Dalla Ragione invita comunque a non fraintendere l'origine di queste patologie. "L'attenzione estrema all'immagine corporea, il culto della magrezza - sottolinea - non sono 'la causa' dei disturbi alimentari. La loro funzione sembra invece quella di suggerire la strada attraverso la quale un malessere più profondo, grave, strutturale si esprime e cerca una sua risoluzione. E' una grande paura di vivere e la sensazione di non essere adatti a questo mondo che pervade la vita delle tante persone che entrano nella strada dei disturbi alimentari". Dalla Ragione parla quindi del ruolo delle famiglie che "per poter accettare il disturbo e quindi chiedere aiuto devono poter uscire dalla trappola della vergogna e del senso di colpa associati al sintomo dei figli". "I genitori - afferma - non sono colpevoli della sofferenza dei ragazzi, ma possono essere anzi l'ancora di salvezza. I disturbi del comportamento alimentare infatti sono una patologia egosintonica, chi ne soffre cioè, soprattutto all'inizio, non è consapevole della gravità e della pericolosità della propria condizione e non è assolutamente motivato ad accedere ad un percorso di cura: per questo l'intervento tempestivo dei famigliari è di fondamentale importanza".
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