top of page

CONFINDUSTRIA/IL PIL LEGATO LEGATO AL RITMO DEI VACCINI. CRESCERÀ A METÀ ANNO



di Domenico Conti

ROMA. La ripresa slitta alla seconda parte dell’anno, legata come per il resto d’Europa al nodo della velocità delle vaccinazioni e all’incognita dei lockdown che continuerà a pesare su investimenti e consumi, col risultato che il Pil 2021 sarà inferiore a quanto previsto fino a poche settimane fa: “un forte rimbalzo è atteso solo dal terzo trimestre 2021”. La fotografia è del rapporto ‘Congiuntura Flash’ di Confindustria e rispecchia grosso modo quella di Bankitalia, che nelle sue ultime proiezioni macroeconomiche stima il Pil 2021 a +3,5%, e la diagnosi del Fmi (che per l’Italia prevede un +3%, dimezzato rispetto alle stime del Governo) sulla situazione europea di una ripresa che “è rallentata, ma non deragliata”, nelle parole della presidente della Bce Christine Lagarde. Il quadro dell’Eurozona colpita dalla pandemia resta però disomogeneo e vede l’Italia fanalino di coda della crescita, anche se non è una novità recente. Al termine di un 2020 in cui secondo il Fmi solo Gran Bretagna e Spagna hanno fatto peggio dell’Italia in termini di crollo del Pil, il quarto trimestre (il cui andamento si trascinerà sui primi mesi del 2021) si sarebbe concluso con un -3,5% per la Penisola secondo Bankitalia. I dati Istat arriveranno martedì, ma intanto il Pil tedesco ha registrato un +0,1%, quello spagnolo un inat- teso +0,4% e quello francese un -1,3%, decisamente migliore del previsto. Lo studio del Centro studi Confindustria offre uno spaccato di cosa sta accadendo all’interno del tessuto produttivo: va un po’ meglio l’export, specie verso Germania, Svizzera, Cina e Usa. Non, invece, i consumi, specie di servizi come turismo, ristorazione, viaggi, e di beni durevoli come tessile, abbigliamento auto. Lockdown e vaccinazioni determineranno tempi e ritmi della ripresa, rischiando di tenere alta la tensione su come tenere insieme l’emergenza sanitaria e le richieste delle imprese. “Un allentamento delle restrizioni anti-pandemia rilancerebbe anche la fiducia e quindi la domanda, liberando per i consumi le risorse accumulate in questi mesi col risparmio ‘forzato’”, scrive Confindustria. E non va bene nemmeno per gli investimenti: “i prestiti alle imprese - scrive il Csc - sono arrivati al +8,1% annuo; tuttavia, la domanda “emergenziale” rimane limitata a finanziare il capitale circolante”, non i nuovi investimenti, e “le prospettive per il 2021 restano fosche”. E’ un dato che si rispecchia nella brusca frenata del credito alle imprese nel quarto trimestre registrata dalla Bank Lending Survey della Bce: senza investimenti, la spinta massiccia al credito coi prestiti Tltro mostra i suoi limiti. Il rapporto di Confindustria getta uno sprazzo di luce su una situazione che alla Bce rappresenta la probabile futura emergenza: il debito delle imprese e la possibilità che questo si traduca in una preoccupante ondata di crediti deteriorati in grado di mettere a rischio il settore bancario. “In settori come automotive, metallurgia e macchinari, con flus- si di cassa negativi, non è neanche possibile stimare il numero di anni che servirebbero a estinguere il debito”, scrive il Csc. “Anche nei servizi il peso del debito è balzato, a 11,2 anni di cash flow. Per il commercio e l’alloggio-ristorazione i flussi di cassa sono caduti in negativo”. Una situazione che “rischia di diventare insostenibile e rende arduo realizzare investimenti ai ritmi pre-crisi: se le risorse interne venissero impiegate solo per rimborsare il debito, l’impresa non avrebbe i mezzi per nuovi progetti. Nel 2021 si prevede che la situazione resti tesa, anche se meno critica”. Se tanto debito portasse a un’ondata di fallimenti si rischierebbe l’emergenza paventata da Mario Draghi nel famoso articolo sull’”economia di guerra” apparso sul Financial Times a inizio pandemia. Ora la Bce parla di “cliff effect”, una caduta repentina e massiccia di capacità produttiva, da scongiurare con ogni mezzo

Comments


bottom of page