Consob: attenzione ad internet
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 2 min
Relazione annuale/Cybersecurity e Bitcoin al centro del discorso di Savona

di Sara Bonifazio
MILANO. Il fintech non è il Far West ma le sue regole non sono quelle della finanza tradizionale, per vigilare sulle criptovalute bisogna mettere in campo competenze nuove e bisogna fare in fretta perchè “l’informatica finanziaria è una lampada prodigiosa dalla quale è uscito il Genio” dice il presidente Consob Paolo Savona. Le Authority devono “riportarlo dentro” se non vogliono compromettere il risparmio e rischiare una nuova crisi come quella dei subprime. L’ammonimento arriva in occasione della relazione annuale al mercato, per il secondo anno Savona parla dal web e fa i conti con la pandemia ma questa volta guarda anche alla ripresa. Il 2020 “è stato uno degli anni peggiori vissuti dall’Italia sul piano economico e sociale dalla fine della Seconda guerra mondiale” ma “il risparmio e le esportazioni sono i due pilastri della forza sociale ed economica del Paese” che hanno fatto da argine alla crisi. Non può però non sottolineare che anche se “il saggio di risparmio delle famiglie rispetto al reddito disponibile è cresciuto nell’anno del 50% il suo rendimento è restato piuttosto basso, prossimo a zero”. Se solo lo si fosse potuto remunerare all’1% gli italiani avrebbero avuto “circa 30 miliardi di euro, quasi il 2% del PIL, la dimensione di una buona manovra di bilancio pubblico del passato” fa notare Savona. Compito della sua istituzione è tutelare questo risparmio e ora a metterlo in pericolo ci sono anche i prodotti finanziari criptati, il BItcoin è stato il capostipite nel 2009 ma oggi le criptovalute in circolazione sono tra 4 e 5mila. “Se a esse si applica l’esperienza fatta in poco tempo dalla Consob nell’oscurare in Italia centinaia di siti web che raccoglievano illecitamente risparmio, il quadro che ne risulta appare preoccupante” dice Savona. Nel 2020 sono state 348 le istruttorie per ipotesi di abusivismo on line via internet o tramite ‘cold calling’ avviate e 422 le iniziative di contrasto nel comparto con 185 ordini di cessazione e oscuramento e 208 segnalazioni all’Autorità giudiziaria. C’è il nodo degli hacker ma anche quel “confine d’incertezza di essere dentro o fuori il perimetro della legalità. La sicurezza “resta il fianco scoperto” ed “è perciò ragionevole considerare la cybersecurity un bene pubblico”, dice il presidente di Consob che “deve essere garantito e presidiato dallo Stato”. Non bastano le soluzioni adottate dai singoli paesi, serve una stretta collaborazione internazionale e servono competenze sulle nuove tecnologie che si possono ottenere dalle collaborazioni con le Università o “attingendo al serbatoio degli italiani operanti all’estero, risorse che attendono di essere mobilitate” dice Savona. Nella pratica Consob vuole avviare un laboratorio, una ‘sandbox’ dove sperimentare. Sono già allo studio un software (intelligent crawling) per monitorare il web e intercettare precocemente la distribuzione abusiva di prodotti finanziari; un prototipo di text mining che fornisca segnali di allarme qualificati dall’insieme dei dati e delle informazioni contenute nella documentazione ispettiva e un prototipo che sfrutta l’‘Intelligenza digitalè anche per navigare i big data relativi alle negoziazioni sui mercati e alle segnalazioni di operazioni sospette provenienti dagli intermediari. Non si può fermare il progresso, nemmeno quello dell’innovazione finanziaria ma, conclude il presidente della Consob bisogna impegnarsi doppiamente nell’educazione dei risparmiatori, nella formazione del personale delle Authority e degli operatori.
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