Conte: “Resterò in politica”
- direzione167
- 5 giu 2022
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GOVERNO/IL PREMIER È “ATTACCATO ALLA POLTRONA” SECONDO L’OPPOSIZIONE

di Marcello Campo
ROMA. Giuseppe Conte vede ancora la politica al centro della sua vita futura. Dopo l’esperienza a Palazzo Chigi non sarà certo “un novello Cincinnato”. La scelta di non fondare alcun partito o non guidare alcun gruppo parlamentare, annuncia dalle colonne de ‘la Repubblica’ non vuol dire per lui smettere di dare, in prospettiva, il proprio contributo al Paese. Una disponibilità ad allungare la sua carriera pubblica che provoca la durissima reazione del centrodestra. Secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, dire che vuole continuare a svolgere un ruolo da statista “è la prova che Conte ha sempre mentito”. Anche Forza Italia, reagisce con vigore: per la capogruppo alla Camera, Maristella Gelmini, Conte ormai “è dell’ennesimo leader di sinistra attaccato alla poltrona”. Insomma, i botti finali di questo convulso anno politico sono ancora tutti attorno alla figura di Giuseppe Conte, che, dopo aver dato vita a due esecutivi con maggioranze specularmente opposte, decide di voler ritagliarsi un ruolo futuro, anche fuori da Palazzo Chigi. In un colloquio con “la Repubblica”, sembra precisare meglio il suo pensiero, dopo che durante la conferenza stampa di fine anno aveva escluso categoricamente la sua intenzione di formare una nuova forza politica. Dopo questo “intenso coinvolgimento - osserva Conte - non vedo un futuro senza politica”. Parla di un suo impegno a lungo termine. “Iniziare a ragionare sul proprio futuro quando si ha un incarico così rilevante rischia di creare una falsa e distorta prospettiva”, sottolinea. Tuttavia, “non mi vedo novello Cincinnato che mi ritraggo e mi disinteresso della politica”. “Ma la politica - ribadisce - non è solo fondare un partito o fare il leader di partito”, “ci sono mille modi” per dare un contributo al Paese. Ormai, come ha più volte ribadito nelle ultime settimane, la sua scelta di campo è opporsi frontalmente a Matteo Salvini, la cui leadership ha più volte definito “insidiosa” per le troppe “slabbrature istituzionali”. Non è quindi un caso che proprio il segretario leghista, puntualmente, reagisca colpo su colpo, quasi legittimandolo come il vero avversario alla prossima tornata elettorale. “Conte - attacca - è uno che non ha mai preso un voto in vita sua. Ora gli italiani lo aspettano alle elezioni, prima che faccia danni irreparabili”. Stesso atteggiamento da parte del partito azzurro: “Decidendo di restare in politica - commenta Elvira Savino - Conte compie la sua sua trasformazione da ‘avvocato del popolo’ a professionista della politica”. “Prima o poi - attacca la capogruppo azzurra a Palazzo Madama Annamaria Bernini - Conte dovrà sottoporsi, come tutti i politici, al responso della volontà popolare. E allora si renderà conto che per gli italiani la sua non è una promessa, ma una minaccia”. Solo il tempo dirà se Giuseppe Conte potrà diventare un giorno un nuovo Prodi: ambedue professori, il primo seppe guidare l’Ulivo, l’alleanza sorta grazie all’accordo tra i post-comunista e i cattolici democratici. Il secondo potrebbe concorrere a essere indicato da un nuovo fronte progressista, unito dalla posizione anti-Lega, formato dal centrosinistra e i Cinque Stelle. Arrivato a Palazzo Chigi pressochè sconosciuto, indicato da Luigi Di Maio come soluzione ‘terza’ tra lui e Matteo Salvini, ha certamente avuto la capacità di succedere a sè stesso, nel delicatissimo passaggio tra la fine dell’esecutivo gialloverde e la nascita di quello giallorosso. Se riuscisse a concludere la legislatura a Palazzo Chigi, nessuno potrà negargli l’aspirazione di proiettarsi anche nella prossima.
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