Conte vara il taglio del cuneo
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
GOVERNO/TIMORI PER LE REGIONALI, IN BALLO LA TENUTA DELLA MAGGIORANZA
di Serenella Mattera

ROMA. Arriva il decreto per rendere effettivo, da luglio, il taglio del cuneo fiscale. E si prova ad “accelerare il più possibile” il decreto per Taranto, mentre prosegue la trattativa con Mittal sull’ex Ilva. Ecco le mosse del premier Giuseppe Conte, a tre giorni dalle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria. Due segnali, alla vigilia di una sfida che preoccupa per la tenuta della maggioranza, che arrivano però in un clima di attesa e sospensione: il timore è che una sconfitta di Stefano Bonaccini apra - come dice un dirigente Pd - una “voragine che rischia di allargarsi fino a inghiottire tutto”. Per provare a tappare le possibili falle, già si studiano le exit strategy su due temi, la prescrizione e la concessione di Autostrade, su cui la prossima settimana si vota alla Camera: su entrambi il dissenso di Iv rischia di spaccare la maggio- ranza. Rimbalza sulle chat dei parlamentari, in mattinata, la notizia dell’annullamento, da parte del premier Giuseppe Conte, del suo intervento davanti alla platea internazionale di Davos. Avrebbe dovuto essere lì nel pomeriggio, avrebbe dovuto incontrare anche i vertici di Arcelor Mittal per parlare dell’ex Ilva di Taranto. E invece resta a Roma a lavorare - spiegano da Palazzo Chigi - proprio sul dossier Ilva (in mattinata viene convocata per la sera una riunione sul “cantiere Taranto”) e sulle nomine alla guida delle agenzie fiscali attese in serata in Consiglio dei ministri. Sceglie di “restare concentrato sui dossier caldi, sulle questioni interne”, viene sottolineato. A chi in queste ore, soprattutto dal Movimento 5 stelle, guarda al premier (in tanti, secondo i rumors parlamentari, lo starebbero cercando) la scelta sembra un segnale, alla vigilia di un voto tanto delicato e all’indomani del passo indietro di Luigi Di Maio dalla guida del M5s. C’è chi la ritiene la decisione giusta anche per non esporsi, visti i timori, anche nel governo, per i possibili contraccolpi del voto emiliano. In Consiglio dei ministri, soprattutto su impulso del Pd, arriva intanto un’accelerazione sul decreto per il taglio del cuneo fiscale, all’esame del cdm convocato al ritorno del ministro Roberto Gualtieri da Davos. In Cdm arrivano anche le nomine alla guida di Agenzia delle entrate, con il ritorno di Ernesto Maria Ruffini vicino a Pd e Renzi, di Dogane, con Antonio Agostini vicino al M5s e di Demanio, con l’ex assessore M5s Marcello Minenna. Mentre non è ancora pronto il decreto contenente misure per Taranto, che dovrebbe accompagnare il rilancio dell’ex Ilva se la trattativa con Mittal andrà avanti. La prossima settimana è attesa anche una decisione sulla revoca della concessione ad Autostrade e in commissione alla Camera si voterà il decreto Milleproroghe, inclusi emendamenti di Iv che vanno in direzione opposta alla maggioranza sulla prescrizione, sulle concessioni autostradali, ma anche su sugar tax e plastic tax. Italia viva è pronta a votarli, anche in dissenso dagli altri partiti. Così come Matteo Renzi conferma di essere pronto a far votare in Aula, martedì, a favore della legge del forzista Enrico Costa per cancellare la legge Bonafede sulla prescrizione. Iv si fermerà, avverte Renzi, se ci sarà una mediazione convincente. Ma il ministro Bonafede ribatte con nettezza: “La mia proposta è già legge”. Una sintesi pare assai difficile. Perciò si ipotizzano due possibili exit strategy: la prima è convincere Iv ad astenersi in Aula, la seconda rispedire con un voto il testo in commissione. Se si dovesse votare, potrebbero esserci voti segreti e allora la maggioranza potrebbe dividersi platealmente. Potrebbe essere quello - sussurra più d’uno - il veicolo per aprire la crisi se Bonaccini perderà in Emilia.
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