Conte vede spiragli sul Mes
- direzione167
- 5 giu 2022
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IL PREMIER SOTTO PRESSIONE: C’È IL RISCHIO DI VINCOLI SUL FONDO DELL’UE

di Serenella Mattera
ROMA. Chiudere un accordo su un Recovery fund da 750 miliardi è possibile. Giuseppe Conte mostra un cauto ottimismo sulla possibilità di portare all’Italia 172 miliardi tra risorse a fondo perduto e prestiti. La partita europea è ancora complicatissima ed è probabile che non si chiuda neanche con il Consiglio europeo del 17 e 18 luglio. Tutta in salita, come testimonia il confronto a cena con il premier olandese Mark Rutte, la battaglia sui vincoli e gli impegni sulle riforme per accedere ai fondi. Ma per il governo è una partita vitale, perché darebbe spazi di manovra in vista di quello che già la ministra Luciana Lamorgese annuncia come un autunno caldo, ma che per la maggioranza è già un’estate bollente. Il dibattito che si è aperto sulla proroga dello stato di emergenza e i conseguenti poteri del premier, vengono letti come un campanello d’allarme da un ministro: la proroga viene considerata pressoché da tutti nella maggioranza inevitabile, indispensabile per proseguire nel contrasto al contagio, ma diventa detonatore di nuove tensioni. Il premier ritiene di non aver mai fatto mancare la disponibilità a riferire alle Camere. Ma il dibattito sulla proroga si annuncia come un altro passaggio complicato. Perché se è vero che Nicola Zingaretti dà un assist al premier sulla necessità di fare tutto quel che è necessario per contrastare il virus, resta agli atti la richiesta dei Dem di sbloccare i dossier di governo e approvare in Parlamento la legge elettorale. E resta, nonostante i chiarimenti, l’irritazione per il rimpallo di responsabilità tra premier e ministri Dem sulla gestione della vicenda Aspi. Andrea Marcucci parla di “veline fastidiose” contro il Pd. Ma il confronto vero si annuncia in un Consiglio dei ministri ipotizzato per martedì ma che potrebbe anche slittare. La decisione è cruciale: se si arrivasse alla revoca della concessione, che fino all’ultimo si cercherà di evitare, si dovrebbe poi passare da un difficilissimo voto in Parlamento. Iv è contraria, i pentastellati spingono in direzione opposta. E dalle fila del Movimento trapelano ogni giorno nuovi segnali di insofferenza. Dopo le polemiche per l’incontro di Luigi Di Maio con Mario Draghi, che ha irritato i più ‘contiani’, il viceministro Stefano Buffagni difende il ministro degli Esteri e manda un messaggio al premier: “Conte non è in discussione. Serve pero’ un cambio di passo, più coraggio, più concretezza, accelerare”. Ma in un Senato dai numeri assai traballanti, anche portare a fine luglio un voto come quello - a maggioranza assoluta - sul nuovo scostamento di bilancio tra i 10 e i 20 miliardi, diventa un problema, tant’è che c’è chi non esclude (o addirittura consiglia) un rinvio. Anche perché il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari - si vota mercoledì sera, ma un’intesa è ancora lontana - minaccia di agitare ancor più le acque, ingrossando le fila degli inevitabili scontenti. Anche per questa ragione, in vista del voto del Parlamento sull’informativa di Conte in vista del Consiglio europeo, che si svolgerà mercoledì alla Camera e al Senato, sono in corso da giorni colloqui tra i capigruppo di maggioranza per cercare una sintesi su un testo che non scopra il ner- vo del Mes. La bozza di risoluzione in fase di elaborazione, lunga due pagine, citerebbe il fondo salva Stati, ma con un riferimento assai vago e per nulla impegnativo (Conte non si stanca di ripetere che valuterà solo dopo l’accordo sul Recovery fund). Ma Emma Bonino proverà a mettere in difficoltà il governo con una sua risoluzione proprio a favore del fondo Salva Stati. E’ in questo clima che il premier si prepara ad affrontare una settimana fittissima. Domani sera l’incontro a Berlino con Angela Merkel, martedì la decisione su Aspi e un nuovo dpcm per prorogare le misure anti contagio. E da giovedì sera, quando cenerà a Bruxelles con Emmanuel Macron, due giorni non stop di negoziato. Perché non vengano ridotte - e su questo Conte mostra un cauto ottimismo - le risorse per il Recovery fund: dopo che Charles Michel ha confermato i 750 miliardi proposti dalla commissione, le basi ci sono. Ma anche per evitare che i fondi vengano vincolati a giudizi e veti dei partner europei, che li rendano difficilmente accessibili. Il rischio c’è. L’Italia è al lavoro su un Recovery plan ambizioso, ma non accetta condizionamenti: Conte lo ha spiegato al-’olandese Rutte, che su riforma come pensioni e lavoro vuole impegni concreti. “Gli ho fatto abbracciare il tricolore”, sorride il premier mostrando una foto che ritrae lui e il premier olandese con una bandiera italiana. Si può chiudere un’intesa non al ribasso: è il cauto ottimismo del premier. Se servirà nel negoziato, Roma potrebbe irrigidire la sua posizione, fino a minacciare il veto sul bilancio pluriennale e i fondi (“Rebates”) cari ai Paesi “frugali” inseriti nel bilancio pluriennale.
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