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Coro di consensi per Biden

SULLA CRISI DI KIEV. “TENDE LA MANO A MOSCA SENZA CEDERE. ORA VIA DI USCITA PER PUTIN”



WASHINGTON. Joe Biden naviga la crisi ucraina col vento favorevole di media, analisti e sondaggi, che lo premiano per la risolutezza mostrata con la Russia dopo gli imbarazzanti flirt di Donald Trump con Vladimir Putin. Per ora, concordano quasi tutti, non ha sbagliato una mossa nella difficile partita a scacchi con lo zar, anche a costo di seminare un eccessivo allarmismo: ritrovata unità con gli alleati dopo lo sbandamento per il caotico ritiro dall’Afghanistan e la crisi dei sottomarini con Parigi, smascheramento preventivo dei piani del Cremlino, il bastone delle sanzioni e del rafforzamento del fianco orientale della Nato insieme alla carota dei negoziati sulla sicurezza europea. Una posizione ribadita anche martedì, con un discorso alla nazione dove ha raccolto e rilanciato l’apertura diplomatica di Putin ma restando scettico sul ritiro delle truppe russe e risoluto sulle eventuali risposte in caso di invasione dell’Ucraina. Il presidente è rimasto fermo anche sulla difesa dei principi, come le porte aperte della Nato, “che non sacrificheremo per placare la Russia”, anche se - ha spiegato agli americani - potrebbe aumentare i costi della benzina. Nessun “appeasement” insomma. Una puntualizzazione arrivata poche ore dopo che il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in visita al Cremlino, aveva escluso che l’ingresso dell’Ucraina nella Nato fosse all’ordine del giorno. Ed è proprio l’alleato tedesco, con cui Biden si è sentito nuovamente ieri, quello apparentemente più ambiguo verso la Russia, anche sul fronte delle sanzioni al gasdotto Nord Stream 2. Ma sulle sanzioni non mancano le divisioni neppure negli Usa, dove i repubblicani - pur apprezzando il pugno duro della Casa Bianca con Mosca - hanno presentato in Senato un loro pacchetto con misure punitive immediate per l’inner circle del presidente russo, segnalando la difficoltà di una intesa bipartisan. Ora per il commander in chief viene la parte più difficile, dopo che Putin sembra finito in un vicolo cieco: dovrà mantenere questo difficile equilibrio e stanare lo zar sulla trattativa diplomatica offrendo una exit strategy onorevole per tutti. La prossima mossa tocca a Mosca, con la risposta “a giorni” alle proposte occidentali sulla sicurezza europea. Poi dovrebbero iniziare i negoziati per “accordi scritti”, come ha proposto Biden. Gli Usa però, come la Nato, non vedono segni di ritirata e restano in allerta, preoccupati anche per i cyberattacchi e per la pistola che la Duma ha messo nelle mani di Putin sul riconoscimento del Donbass, dopo che lo stesso zar ha accusato gli ucraini di “genocidio”.

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