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Coronavirus/Allarme crescita, a rischio 60mila posti di lavoro

di Alfonso Abagnale


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ROMA. È allarme rosso sulla già debole economia italiana a causa del coronavirus che sta colpendo soprattutto il Nord del Paese, cioè il motore produttivo della penisola. E il governo sta valutando un decreto per sostenere le imprese davanti all'emergenza, che dovrebbe includere la sospensione di alcuni adempimenti fiscali e la sospensione del pagamento di mutui e bollette.Secondo Confcommercio se la crisi "dovesse protrarsi oltre i prossimi mesi di maggio-giugno", l' impatto sul Pil potrebbe essere "stimato nell'ordine di 3-4 decimi di punto, ossia tra i 5 e i 7 miliardi di euro", mentre Confesercenti sottolinea che la perdita nei consumi potrebbe arrivare a 3,9 miliardi. Non solo, aggiunge l'associazione, ma la frenata dei consumi, avrà "conseguenze pesanti" sul tessuto imprenditoriale: potrebbe portare alla chiusura di "circa 15 mila piccole imprese" in tutti i settori e mettere a rischio "60mila posti di lavoro".E dal commercio all'agricoltura il passo è breve. "C'è il rischio paralisi per 500 aziende agricole negli 11 comuni della zona rossa fra Lombardia e Veneto", avverte Coldiretti sugli effetti economici dei provvedimenti restrittivi adottati. In questo scenario Confindustria chiede al governo "provvedimenti a sostegno dei settori più colpiti che sono ad oggi turismo, fiere, trasporti logistici e attività culturali", spiega il direttore generale dell'associazione degli industriali Marcella Panucci, entrando al Mise per l'incontro tra il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, e le imprese, ma specificando anche che al momento "èdifficile stimare le risorse necessarie". Ed infatti nel tavolo al Mise "non si è parlato di numeri, di fondi di niente", dichiara la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise, al termine della riunione. "È stato un confronto molto costruttivo con le associazioni di catego- ria, il tema principale è valutare i danni diretti e indiretti" del coronavirus, ha detto Patuanelli, spiegando che il Governo sta "valutando entro la settimana di varare un decreto per esigenze come la sospensione di alcuni adempimenti fiscali, che non potevano essere differiti con un decreto del Mef ma che ha bisogno di una norma primaria". Il titolare del Mise ha aggiunto che "tutti sono d'accordo" sul fatto che bisogna "garantire la necessaria liquidità alle imprese e quindi garantire una maggiore e più semplificato accesso al fondo centrale di garanzia, al fondo per le Pmi perché è fondamentale garantire loro un cashflow adeguato in questo momento di difficoltà".Patuanelli ha quindi spiegato che "stiamo valutando assieme ad Abi, in coordinamento col Mef, la sospensione della rata dei mutui" e "con Arera e i vari venditori dei servizi energetici: gas, luce ed acqua, la sospensione del pagamento delle bollette e prevedere anche una rateaizzazione per i pagamenti successivi".Nella battaglia contro il coronavirus, il ministro dello Sviluppo chiama in causa anche l'Europa. "Dovremmo fare delle richieste specifiche perché è un momento di difficoltà, che si palesa in un generale e complesso momento economico difficile per il nostro Paese", dice. Quindi "credo che da questo momento potrà anche emergere la possibilità di fare un patto per la crescita e lo sviluppo", specifica Patuanelli, mettendo l'accento anche sull'adozione di "misure che vadano a colmare la differenza di attrattività" dell'Italia "rispetto alle produzioni industriali". E in quest'ottica, secondo il ministro, serve "mettere in campo la politica del reshoring nel modo più forte possibile, per dare la possibilità alle imprese che oggi producono all'estero di tornare a produrre in Italia, non soltanto agendo sull'Ires ma anche su altri costi come quello del lavoro". E proprio la ministra del Lavoro, Nunzia Ca- talfo, nel suo incontro in serata con le parti sociali, secondo quanto si è appreso, avrebbe annunciato la sospensione dei versamenti contributivi fino al 31 marzo 2020 per le zone rosse colpite dal Coronavirus, 21 milioni per la cig in deroga da inserire nel dl ed infine per i lavoratori autonomi e partite Iva, un'indennità fino a 500 euro per un massimo di tre mesi.

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