Coronavirus: Il G7 spinge le Borse, tranne Milano
- direzione167
- 5 giu 2022
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NEW YORK. La speranza di un intervento del G7 e delle banche centrali sul coronavirus spinge Wall Street e le borse europee, ad eccezione di Milano e Francoforte. Piazza Affari chiude infatti in calo dell'1,50% contenendo comunque le perdite dopo essere sprofondata fino al -3%. Non riesce il rimbalzo neanche a Francoforte, che archivia la giornata con un -0,2%. Sulla scia dei rialzi in Asia, le borse europee hanno aperto in rialzo. Ma è durato poco: a metà seduta i timori sul coronavirus sono tornati a contagiare i listini innescando un'ondata di vendite soprattutto sulle banche. A Milano Banco Bpm perde il 6,28%. Pesanti anche Ubi e Bper, che lasciano sul terreno rispettivamente il 5,43% e il 5,39%. A condizionare la seduta a Piazza Affari anche il rialzo dello spread, salito a 186,5 punti base, ovvero ai massimi da agosto, per poi chiudere a 176 punti. La svolta in Europa arriva con l'apertura di Wall Street e le indiscrezioni su una teleconferenza martedì fra i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali del G7. Rumors che hanno messo le ali ai listini americani e, a traino, a quelli oltreoceano che sono riusciti così a evitare una nuova seduta nera. "Gli investitori hanno realizzato che la politica monetaria non farà la differenza. Quello che può fare la differenza sono i governi che avviano una significativa espansione di bilancio", affermano gli analisti che vedono in nuovi stimoli una spinta alla domanda e ai consumi, motore sopratto dell'economia americana. Un'azione coordinata del G7 con aiuti diretti all'economia è vista al momento come la risposta più forte all'emergenza del coronavirus, quella in grado di spazzare via almeno in parte quell'incertezza, che è il nemico peggiore delle Borse e che ha fatto chiudere alla piazze finanziarie la peggiore settimana dalla crisi del 2008. La convinzione è comunque che anche le banche centrali nelle prossime settimane faranno la loro parte: l'attesa è per una revisione al ribasso del costo del denaro da parte della Bce alla prossima riunione, e per un taglio di 75 punti base dalla Fed il 17 e 18 marzo.Torna a chiedere a gran voce un taglio dei tassi di interesse da parte della Fed anche Donald Trump. "Come al solito Jay Powell e la Fed sono lenti ad agire", tuona il presidente su Twitter. "Gli Stati Uniti dovrebbero avere tassi più bassi. Non li abbiamo e questo ci mette in una posizione di svantaggio" aggiunge Trump che vede in Wall Street e nella forza dell'economia il 'termometro' per un suo secondo mandato alla Casa Bianca. Da qui il rinnovato pressing del tycoon sulla banca centrale americana per un'azione in grado di rassicurare i listini e sostenere la ripresa che, senza dubbio, risentirà del coronavirus. Se la crescita dell'azienda America si inceppasse la corsa alla Casa Bianca - è il timore di Trump - potrebbe uscirne stravolta con i democratici favoriti alla riconquista della Casa Bianca.
















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