"Covid , cosa di Allah per colpire gli infedeli"
- direzione167
- 5 giu 2022
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ARRESTATO ITALIANO CONVERTITO ALL’ISLAM

MILANO. Il suo "odio per l'Occidente" lo portava a dire, intercettato il 25 marzo quando in Italia morivano centinaia di persone al giorno e si era in pieno lockdown, che il Covid "è una cosa di Allah, una cosa positiva", perché "la gente sta impazzendo" e per gli infedeli "tutto l'haram' adesso è difficile farlo", ossia sono stati tolti loro i "vizi", come bere e stare in compagnia. Aldilà di queste "ciniche" parole, però, Nicola Ferrara, 38 anni nato in Puglia e da una decina d'anni a Milano dove ultimamente lavorava in un parcheggio a pagamento, ha invaso la rete e i social con post, audio e video di propaganda per l'Isis. È stato arrestato ieri dai carabinieri del Ros, nell'inchiesta dei pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti, per apologia e istigazione all'adesione allo Stato islamico. In più, come emerge dall'ordinanza del gip Guido Salvini, avrebbe frequentato l'associazione culturale Al Nur di Milano, di orientamento sunnita, e due 17enni che pregavano nello stesso centro di via Chiarissimi, ai quali avrebbe proposto le sue "tesi estremiste". "In questi anni abbiamo notato che quando gli italiani si radicalizzano all'Islam, paradossalmente diventano soggetti più pericolosi e feroci degli islamisti", ha spiegato Nobili, a capo del pool dell'antiterrorismo milanese. "È stato due volte in Qatar e una negli Emirati Arabi - ha detto Andrea Leo, comandante dei carabinieri del Ros di Milano -. Il suo obiettivo era imparare la lingua, approfondire l'indottrinamento e trovare un modo per raggiungere l'Afghanistan. Nell'ambiente Ferrara era molto noto ed era diventato un punto di riferimento per neo convertiti italiani". Risulta anche dalla sua rete di "contatti", riportata negli atti dove si legge pure che avrebbe fornito "assistenza economica" con tre vaglia, per un totale di 400 euro, a Ghassen Hammami detenuto nel carcere di Rossano Calabro (Cosenza) perché arrestato in un'indagine dei pm di Perugia. Ed era stato proprio quest'ultimo a far convertire e a portare alla radicalizzazione Ferrara, una persona "anonima", scrive il gip, che negli ultimi anni, almeno dal 2015, si era fatto crescere la barba, indossava abiti islamici, si faceva chiamare Issa e si era trasformato, si legge, in un "radicalizzatore mascherato da sapiente". A 19 anni, quando faceva il servizio di leva aveva partecipato anche ad una missione di "peacekeeping inAlbania", mentre nel maggio dello scorso anno avrebbe indottrinato un ragazzo di 17 anni che frequentava l'associazione Al Nur con queste parole: "Siamo noi che dobbiamo lottare contro queste persone qua, loro non vogliono che tu adori Allah". E così sul suo profilo Facebook, dove contava "oltre 2mila amici", metteva immagini di Bin Laden, delle Torri Gemelle, di Al Bagdadi, di foreign fighters, di donne col mitra in mano, di bambini armati che giurano di uccidere i "miscredenti". E Facebook non ha mai segnalato o bloccato l'account ed è intervenuta, come ha spiegato Nobili, "solo dopo le nostre insistenti richieste". La piattaforma 'Soundcloud', invece, la usava per brani nei quali risuonavano parole di questo genere: "Il miscredente è renitente. Versate il sangue della sua giugulare". Una "esaltazione" continua alla jihad che, scrive il gip, può "fare breccia nelle menti di giovani più o meno emargnati del mondo occidentale". Il 38enne progettava di sposarsi e ieri è finito in carcere.
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