Cpr, “un nuovo caso Cucchi”
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
MIGRANTI/GEORGIANO MUORE AL CENTRO RIMPATRI DI GRADISCA. MAGI: “PICCHIATO DAGLI AGENTI”

ROMA. Evoca il caso Cucchi il deputato radicale Riccardo Magi, parlando della mor- te di Vakhtang Enukidze, georgiano 38enne morto lo scorso 18 gennaio dopo essersi sentito male nel Cpr di Gradisca (Gorizia). "Si trovava - sottolinea - in custodia dello Stato, ora lo Stato chiarisca". Testimoni sentiti dal parlamentare hanno parlato di "pestaggio da parte di dieci agenti".
E alcuni degli autori delle testimonianze, denuncia Magi, "sono stati espulsi". "Ma prima li abbiamo sentiti", rassicura i procura- tore di Gorizia Massimo Lia, che procede per
omicidio volontario. Intanto, l'autopsia è slittata a lunedì prossimo per consentire la presenza di un consulente indicato dalla famiglia.
La difficile condizione dei Centri per il rimpatrio è ben presente al Viminale (ri- volte ci sono state a Torino ed a Ponte Galeria) che pun- ta a ridurre quanto più pos- sibile i tempi di permanenza. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, il geor- giano è arrivato nella struttura di Gradisca intorno alla metà di dicem- bre. Il 12 gennaio avrebbe aggredito perso- nale di polizia perché sapeva che di lì a poco sarebbe stato espulso. Due giorni dopo l'uo- mo è protagonista di una colluttazione con un altro ospite del Centro, un nordafricano. Questa volta viene arrestato; il 16 rientra nel Cpr, dove si sente male; il 18 viene portato in ospedale e lì muore. Domenica 19, alle 22.30 (ore locali), Magi citofona al Centro di Gradi- sca per visitarlo secondo le sue prerogative parlamentari. Il giorno dopo entra di nuovo e raccoglie diverse testimonianze di chi ha assistito ai fatti, "ospiti, ma anche un opera- tore ed un poliziotto", raccolta. E le versioni, spiega, "sono unanimi. Dicono che la colluttazione con il nordafricano non ha causato lesioni gravi. Ma per separare i due sono intervenuti circa 10 agenti che l'hanno pic- chiato ripetutamente anche con un colpo d'avambraccio dietro la nuca ed una ginoc- chiata nella schiena, trascinato per i piedi come un cane".
Enukidze viene portato nel carcere di Go- rizia ed il 16 pomeriggio torna nel Cpr. "Tutti quelli che l'hanno visto - dice Magi - hanno detto che si trovava in condizioni critiche,
non si reggeva in piedi. Ha chiesto un inter- vento medico, ma, man mano che le condi- zioni si aggravavano, non ha potuto più far- lo perché non riusciva a parlare. Nella notte, ha riferito il compagno di stanza, aveva la bava alla bocca ed è caduto dal letto. La mattina era in stato di incoscienza e di lì po- che ore sarebbe morto".
Oltre che dalle testimonianze, elementi utili potranno arrivare dalle numerose tele- camere di sorveglianza della struttura. Le in- dagini, fa sapere il procuratore, "stanno pro- seguendo a ritmo serrato, con la raccolta di prove testimoniali e documentali: tuttavia, soltanto grazie all'autopsia si potrà fare chia- rezza sulle cause del decesso perché, ad oggi, nessuno può dire di conoscere dettagliata- mente cos'abbia provocato la morte dell'uo- mo". Asmat Jokhadze, sorella del georgia- no, racconta: "l'ultima volta che ho sentito mio fratello era venerdì scorso. Mi ha detto che stava male, ma non mi ha detto il perché. Mi ha solo spiegato che prendeva dei far- maci che gli avevano dato all'interno del Cpr e che gli avevano anche aumentato la dose. Eppure non aveva mai avuto problemi di salute, era forte, giocava in una squadra di calcio di Chiatura, la nostra città". La vicen- da, per il presidente di A Buon Diritto, Luigi Manconi, "va chiarita al più presto. Mi auguro che, come in casi assai noti, non si deb- bano aspettare 10 anni per ottenere verità e giustizia".
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