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Dai paesi martiri del nazifascismo appello per la pace

Oltre un migliaio in marcia a Monte Sole, 'l'Europa sia unita'



BOLOGNA, 06 MAR - La vita di Ferruccio Laffi è stata martoriata dalla guerra, vorrebbe tanto dimenticarla ma non può. E nel raccontarla riapre una ferita che fa male come allora. Averne un'altra a due confini dall'Italia è lacerante. È sopravvissuto all'eccidio nazifascista di Monte Sole e oggi, in una domenica grigia e fredda sulle colline di Bologna, Ferruccio è in prima fila con altre mille persone in marcia per la pace per dire basta alle bombe. Per lanciare un appello alla pace ma anche un monito all'Europa per un'accoglienza che non guardi al colore della pelle. Marzabotto come Sant'Anna di Stazzema, come Fossoli, Casa Cervi o la Risiera di San Sabba, l'unico campo di concentramento nazista nel Paese. Da questi cinque luoghi simbolo dei crimini nazifascisti è partita una staffetta, un appello a voce unica per la pace. Una parola lontana alle migliaia di persone sotto le bombe. Lontanissima da Mariupol dove nelle stesse ore falliva un ennesimo tentativo di corridoio umanitario, un miraggio per Kiev sotto assedio o per i profughi ammassati in stazione a Leopoli. Ma è dai luoghi che portano i segni dell'ultima grande guerra europea che il monito alla pace risuona oggi più forte. "Siamo a Monte Sole. Qui le nostre porte sono state sempre aperte, ieri e oggi. Chiediamo all'Europa di aprire le porte, ma non solo questa volta", è il messaggio lanciato da Marzabotto dalla sindaca Valentina Cuppi, presidente del Pd. "È il silenzio che chiediamo. Chiediamo che tacciano le armi. Lo facciamo da qui, da un luogo dove c'è stato un massacro di esseri umani inerme, dal posto dove ha voluto riposare Dossetti, autore dell'articolo 11 della Costituzione". Il ripudio della guerra. Sono i luoghi in cui è nata l'Europa, ricorda il sindaco di Bologna citando le parole di una voce che manca in questo momento più che mai, quella di David Sassoli. "Mai più le barbarie del nazifascismo", sottolinea Matteo Lepore, annunciando che Bologna aderirà alle marce che le città europee stanno organizzando per il 12 marzo. La staffetta è iniziata a Sant'Anna di Stazzema, dove è stato dispiegato un tappeto simbolico di pace, ed è proseguita a Carpi, davanti al monumento del Deportato, a pochi chilometri dal campo di concentramento di Fossoli dove passò anche Primo Levi. "La guerra non risolve e non produce equilibri di pace. Se ne renderà conto presto anche Putin che si ritroverà con una manciata di risultati tutti drammatici", ha detto dal cortile Pierluigi Castagnetti, presidente della Fondazione Fossoli. Qui anche la testimonianza di Olga, una donna ucraina, con la famiglia bloccata a Lepoli: "Non fermano le bombe né bambini, né ospedali, né gente malata. È impossibile vedere questa cosa nel 2022". A Casa Cervi, a Gattatico (Reggio Emilia), l'evento di chiusura. Nel luogo in cui vissero i sette fratelli antifascisti trucidati nel 1943, trasformato in museo e luogo di testimonianza della Resistenza, si è messa insieme un'enorme bandiera per la pace, che sarà cucita con pezzi di stoffa e messaggi portati dai partecipanti. Con un videomessaggio è intervenuto Romano Prodi: "Putin un nazionalista che si rifà al passato", ha detto, solo l'Europa unita può "vincere" questa sfida.

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