Dieselgate/La Volkswagen apre ai risarcimenti
- direzione167
- 5 giu 2022
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BERLINO. Volkswagen apre all'eventualità di una transazione, per chi richiede i risarcimenti a causa del dieselgate: la svolta arriva quattro anni dopo lo scandalo, nell'ambito del processo - un'imponente azione risarcitoria collettiva - che si svolge davanti alla corte di appello di Braunschweig e riguarda circa 440 mila persone, che chiedono i danni al colosso di Wolfsburg. La casa d'auto, finora refrattaria a questa strada, ha improvvisamente comunicato di avere come "obiettivo comune una soluzione pragmatica per i clienti". I colloqui con la potente associazione federale dei consumatori VZBV, la controparte, sarebbero però in una fase iniziale, e che alla fine si arrivi effettivamente alla transazione resta da vedere, ha anche sottolineato. Soddisfatto il numero uno dell'associazione, Klaus Mueller: "L'offerta dei colloqui è un segnale positivo. Anche se non è affatto scontato che si arriverà alla transazione, è un bene che dopo oltre 4 anni dall'esplosione dello scandalo diesel si muova qualcosa". Anche per l'automobilclub ADAC, una transazione avrebbe il chiaro vantaggio di "accalerare" il procedimento. L'associazione VZBV rappresenta gli in- teressi di migliaia di persone, che denunciano di essersi ritrovate un'auto svalutata (in caso di rivendita) dopo lo scandalo partito dagli Usa nel 2015: bufera che investì il gigante dell'auto tedesca, con effetti pesantissimi anche in Europa e in Germania. Dal cosiddetto dieselgate, in cui poi caddero altre imprese, emerse che Vw utilizzasse un software per manipolare i valori delle emissioni dei NOx e degli altri gas di scarico dei motori diesel. Con danni irreparabili per l'immagine e la credibilità dell'industria dell'auto tedesca. La disponibilità di Vw a sedersi e discutere dei risarcimenti è una svolta. Alle prime battute del procedimento giudiziario, la company aveva definito infatti la strada di una transazione "non praticabile". E il rifiuto era arrivato, l'ultima volta, nel novembre scorso: "non è affatto immaginabile", si affermò in quest'occasione per bocciare l'eventualità di una transazione. Era stato invece il giudice Michael Neef a proporre questa via - salutata oggi fra l'altro anche da diversi politici in Germania - come quella più indicata. Se il confronto fra le parti dovesse portare a un esito positivo, i consumatori che rivendicano i risarcimenti potranno decidere se accettare e rinunciare alla via giudiziaria, o andare avanti nel processo. Se più del 70% dei partecipanti alla class action accettasse l'eventuale transazione, il procedimento giudiziario decadrebbe; chi rifiutasse l'accordo dovrebbe a quel punto proseguire individualmente nell'azione legale. Se il 30% rigettasse invece il risultato di una trattativa, si andrebbe a giudizio.
















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