Donna strangolata nel Milanese
- direzione167
- 5 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min
FERMATO L’EX FIDANZATO INCASTRATO DALLE TELECAMERE E DALLE CELLE TELEFONICHE

di Salvatore Garzillo
MILANO. Nella rubrica del cellulare l’aveva salvata “Sweetheart”, tesoro, e quando i carabinieri lo hanno ascoltato in qualità di ex fidanzato, ha ripetuto che l’amava. Invece George Kyeremeh, un operaio ghanese di 34 anni, è ritenuto l’assassino di Tunde Blessing, la nigeriana di 25 anni che lo scorso 12 maggio è stata trovata senza vita in un’area verde che costeggia via Morandi a Mazzo di Rho, frazione di un comune dell’hinterland milanese. Il corpo era a poca distanza dal punto in cui si prostituiva regolarmente da alcuni mesi, certamente da aprile, quando aveva cacciato da casa Kyeremeh e si era trovata senza il supporto economico del suo stipendio. L’uomo è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo nelle scorse ore in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Angela Laura Minerva, che nella parte finale ha sottolineato la sua pericolosità sociale. Secondo gli investigatori il movente sarebbe l’insana gelosia di Kyeremeh, che ai militari ha spiegato: “Io non voglio che la mia ragazza abbia il numero di telefono di altri uomini. Sono una persona gelosa! Come mio papà”. Il ghanese non accettava la fine della relazione e continuava a cercare insistentemente un contatto con la Blessing, eppure agli investigatori (quando non era ancora sospettato) aveva detto di aver “provato varie volte a chiamarla ma non mi ha mai risposto”. In realtà dal 12 aprile alla mattina dell’omicidio, avvenuto il 3 maggio, l’ha chiamata 30 volte, ricevendo solo 3 risposte. L’ultima chiamata via WhatsApp, a cui la donna non ha risposto, è avvenuta alle 22.05 del 2 maggio. “Conosco Tunde dal 2018. lo sono in Italia dal 2017. Abbiamo avuto una relazione sentimentale per circa un anno e tre mesi. Ci siamo conosciuti in treno, all’epoca vivevo al Cie di via Corelli”, ha messo agli atti il 14 maggio, spiegando che si erano lasciati perché “il padre di lei non voleva che stesse con un ghanese”. Il corpo della nigeriana è stato trovato nel pomeriggio del 12 maggio da una passante ma le condizioni del corpo, in avanzato stato di decomposizione, avevano da subito costretto i carabinieri a spostare a molti giorni prima il decesso. Un delicato lavoro di entomologia forense sulle larve trovate sul cadavere ha consentito di datare al 3 maggio la morte. Quel giorno Kyeremeh è andato regolarmente a lavoro in una ditta di Milano e a fine turno, attorno alle 13, si è presentato alla piazzola dove lavorava la Blessing. A confermarlo ci sono i dati del telefono e il sistema di sorveglianza di una ditta di fronte. Purtroppo le telecamere si attivano solo al passaggio di veicoli e registrano per 20 secondi alla volta, per cui sfuggono momenti dell’incontro. Ai carabinieri manca, infatti, il momento esatto dell’aggressione, consumata in un punto invisibile dalla strada, dove la 25enne accoglieva i suoi clienti. Inizialmente sembrava fosse stata strangolata con la treccia della sua parrucca ma gli approfondimenti autoptici hanno confermato che è stata uccisa con l’elastico che teneva fermi i capelli finti.Dopo l’omicidio il presunto assassino ha portato via anche il cellulare della vittima, ritrovato ieri mattina nel suo appartamento. Blessing è stata riconosciuta perché accanto al corpo c’era la sua borsetta che conteneva la tessera sanitaria. Quando i militari hanno inserito il nome nel database è apparsa una denuncia di scomparsa presentata il 7 maggio da un’amica alla questura di Novara. Aveva specificato di aver sentito Tunde Blessing nella tarda mattinata del 3 maggio: “Avevamo fatto una videochiamata, mi ha mostrato una borsa che aveva appena comprato a Rho”.
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