Draghi insiste sul tetto al prezzo del gas, spiragli Ue
- direzione167
- 5 giu 2022
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'Non temiamo tagli a forniture. Sentirò Putin, vogliamo la pace'

BRUXELLES, 25 MAR - Nessuna decisione "divisiva". Ma mandato alla Commissione di esplorare di qui a maggio diverse opzioni per frenare i rincari dell'energia, compreso un tetto al prezzo del gas. Mario Draghi può dirsi "soddisfatto" dei "passi avanti" fatti a Bruxelles e delle conclusioni raggiunte dal Consiglio europeo dopo una riunione - a tratti difficile - che si è prolungata per tutto il giorno. Le distanze di partenza tra asse del Mediterraneo e blocco del Nord erano note e la discussione ha rimescolato le alleanze fino all'intesa: entro i prossimi due mesi la Commissione studierà, insieme ai ministri dell'Energia e ai diretti interessati - imprese petrolifere, elettriche e di distribuzione - soluzioni da affiancare all'obbligo di stoccaggi al 90% e acquisti comuni dell'energia. L'urgenza della guerra di Putin all'Ucraina impone di dare risposte "rapide" per mitigare l'impatto economico del conflitto: "Ora faremo il Def, vedremo" le prossime misure dirette di aiuto a famiglie e imprese dice il premier. Nel frattempo "noi stiamo cercando la pace", sperando che Vladimir Putin si sieda al tavolo della trattativa prima della "distruzione totale dell'Ucraina". I leader europei tengono i contatti con il presidente russo, "e avrò anche io, colloqui con Putin", annuncia il premier mandando un messaggio chiaro all'ambasciatore russo a Roma che ha denunciato il quotidiano La Stampa. "La libertà di stampa da noi è sancita dalla Costituzione" mentre "nel suo Paese non c'è libertà di stampa. Da noi si sta molto meglio", dice, esprimendo solidarietà al quotidiano di Torino. Per tutto il giorno Draghi cerca di ampliare il consenso per inserire già nelle conclusioni del Consiglio il tetto al prezzo del gas tra gli strumenti per intervenire contro il caro-energia. Il premier si fa portavoce di un'istanza comune ai Paesi del Sud Europa, e spiega ai leader che è necessario dare da subito un segnale "politico" a Mosca: l'Europa è determinata a raggiungere al più presto l'indipendenza dal gas russo e non ci sta al ricatto dei pagamenti in rubli per eludere le sanzioni. "Ora la Commissione vedrà gli aspetti legali" ma nel frattempo "non ci aspettiamo una riduzione della fornitura", rassicura Draghi, annunciando che a Roma il piano per la diversificazione delle fonti sarà pronto in un paio di settimane e che nel frattempo il ministro Roberto Cingolani ha dato mandato a Snam "di acquistare altri due rigassificatori" offshore, in grado di assorbire il Gnl in più in arrivo dagli Usa. Due "navi galleggianti e non sul terreno" perché "ci vorrebbe più tempo", spiega il premier, convinto che "riusciremo a diversificare rapidamente fino al 30-50% e poi invece, man mano che ci avviciniamo al 100%, diventerà sempre più difficile". Per farlo bisogna mettersi a lavorare subito, anche a livello Ue, per stabilire meccanismi di price cap, insieme a quelli per "spacchettare" il prezzo dell'energia dal prezzo del gas, dando alla commissione l'obiettivo di preparare entro maggio una proposta "dettagliata". Il vertice inizia dopo che Ursula von der Leyen sigla con Joe Biden l'accordo sul Gnl. Sembra un buon viatico. Emmanuel Macron, presidente di turno della Ue, lascia l'albergo per arrivare al palazzo del Consiglio sicuro che si troverà un'intesa, che arriva solo a sera. Ma la discussione sull'energia si fa parecchio accesa. I lavori vengono sospesi più di una volta, ci sono da superare i dubbi dei Paesi più scettici, a partire da Germania, Olanda e Norvegia (con Oslo che rimane contraria tout court). Dopo diverse ore l'intesa non si trova. Sanchez, trapela da fonti diplomatiche, è furioso. Già a Roma la scorsa settimana aveva detto che serviva una risposta comune immediata, altrimenti Madrid sarebbe andata avanti da sola. Alla fine il premier spagnolo spunta una soluzione ad hoc per i paesi iberici e ringrazia l'Italia per "la collaborazione delle ultime settimane".
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