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“Draghi trovi più soldi”

LEGA/DALLE BOLLETTE ALLE CARTELLE: SALVINI NON INTERROMPE IL PRESSING SUL GOVERNO



di Paolo Cappelleri

ROMA. Dalle bollette alle cartelle, la Lega non interrompe il suo pressing sul governo. La manovra approvata con un sofferto sprint in Senato è blindata in vista del via libera definitivo prima di capodanno alla Camera e i partiti, in testa quello di Matteo Salvini, hanno già nel mirino i prossimi provvedimenti sulle misure economiche. Il premier Mario Draghi e Salvini in mattinata al telefono oltre a farsi gli auguri, secondo fonti della Lega, hanno condiviso la necessità di intervenire rapidamente sul caro-bollette. Il governo ha stanziato già in manovra 3,8 miliardi soprattutto per le famiglie ma anche per le imprese, senza escludere nuovi interventi. Dalla prospettiva di Palazzo Chigi è anche una questione geopolitica, da affrontare sui tavoli europei. Per i partiti è innanzitutto un fronte interno. “L’altra emergenza a fianco del Covid è quella della luce e del gas”, sottolinea Salvini, che nel pomeriggio nel Bresciano terrà una conferenza stampa con alcuni industriali locali, presentata “come ultimo disperato tentativo per scongiurare il blocco della produzione in aziende di tutta Italia per l’impressionante crescita dei prezzi dell’energia”. “Il governo - dice il leader leghista - deve trovare altri soldi per abbattere il costo di luce e gas perché rischia di essere veramente un inverno freddo e buio per tanti, per troppi”. Uno scenario di fronte al quale è “fondamentale tornare a investire sul nucleare pulito, sicuro, di ultima generazione per riscaldare le case degli italiani e far funzionare le imprese”. Facile attendersi anche tentativi di arrivare a una nuova rottamazione delle cartelle, chiesta da settimane da Lega, Forza Italia e M5s, a cui non basta la proroga di 180 giorni per quelle del primo trimestre 2022. Draghi, però, ha già chiarito di non avere in mente un altro “un minicondono”. Le tasse saranno comunque un tema caldo a inizio 2022 perché, dopo la riformulazione dell’Irpef, ci sarebbe da mettere mano alla riforma complessiva del sistema fiscale. Fra le categorie deluse dalla legge di Bilancio spiccano gli infermieri. Non è passato l’emendamento di Leu che prevedeva un’indennità di specificità, in linea con quella prevista nella manovra di un anno fa su proposta del M5s, mai attuata perché la norma prevede che sia vincolata all’andamento del rinnovo del contratto. Giuseppe Conte ha ribadito ai suoi la necessità di “ottenere subito questi riconoscimenti per il personale sanitario”. Intanto il sindacato Nursind, in stato di agitazione da novembre, è sul piede di guerra. Fuori dalla manovra anche i sostegni alle discoteche (“Dal governo ci aspettiamo un segnale deciso”, dice il M5s Marco Croatti) e la proroga della cassa integrazione per i dipendenti di Air Italy. La prevedeva un emendamento ritirato per mancanza di coperture (50 milioni per il 2022 e 50 per il 2023) e trasformato in un ordine del giorno di FI, M5s, Lega e Pd che impegna il governo a valutarla.

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