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Duello “liberal” fra i dem

CASA BIANCA 2020/L’IOWA SI AVVICINA: SCONTRO APERTO SANDERS-WARREN


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WASHINGTON. Donald Trump la definisce una vera e propria “faida”. Di certo quella tra Bernie Sanders ed Elizabeth Warren è la resa dei conti finale tra i due candidati più liberal che puntano alla Casa Bianca, una lotta fratricida tra i due leader della sinistra democratica e due alleati e amici di sempre. Un duello, per la prima volta senza esclusione di colpi, che è andato in scena sul palco dell’ultimo dibattito tv prima del voto in Iowa, il 3 febbraio, che darà il via alla stagione delle primarie. Solo uno dei due senatori è destinato a sopravvivere nella corsa per la conquista della nomination democratica, con il moderato Joe Biden che resta al momento il favorito e che nelle ultime settimane si è reso protagonista di un recupero nei sondaggi proprio in Iowa, dove fino a poco tempo fa era dato per spacciato. Ora sembra giocarsela in un testa a testa con un Sanders che nemmeno i problemi di salute sembrano aver fermato, tornato ad entusiasmare come quando nel 2016 diede filo da torcere ad Hillary Clinton. Sente franare il terreno sotto i piedi invece Warren. Così sembra giocare l’ultima carta, quella della disperazione, accusando di maschilismo il compagno di tante battaglie: “In un incontro privato con la senatrice, Sanders ha detto che una donna non potrà mai vincere nel 2020”. A riportare per primi la frase fonti dello staff della Warren. Uno schiaffo al senatore del Vermont che ha reagito negando: “E’ triste che a tre settimane dall’Iowa e a un anno di distanza da una conversazione privata, qualcuno che non era presente nella stanza dica bugie su quanto accaduto”. Peccato che qualche ora dopo a ribadire tutto è stata la stessa Warren: “Nel dicembre 2018 ci siamo incontrati per oltre due ore per parlare delle elezioni del 2020. Fra i temi che sono emersi c’è stato quello che poteva accadere se i democratici avessero nominato una candidata donna. Io ho detto che una donna avrebbe potuto vincere, Sanders non era d’accordo”. Nell’arena televisiva di Des Moines, con gli sfidanti dem ridotti oramai a sei, l’unico che sembra in grado di potersi frapporre tra i tre big è il giovane Pete Buttigieg, 37 anni. E’ l’ex sindaco di South Bend, Indiana, che parla ai millennial, apertamente gay e che si propone come l’alternativa moderata a Joe Biden. Comunque vada, è lui il vero astro nascente emerso da questa stagione elettorale. Intanto mentre la Camera si appresta a votare l’invio al Senato degli articoli per l’impeachment di Donald Trump, una notizia agita la campagna elettorale e la Casa Bianca: hacker russi, a partire da novembre, hanno attaccato la Burisma, la società ucraina nel cui Cda sedeva il figlio di Joe Biden. Secondo gli esperti dietro ci sarebbe l’intelligence militare di Mosca, quel Gru che già nel 2016 fu protagonista del furto delle e- mail della campagna di Hillary Clinton e del partito democratico, a caccia di materiale compromettente sull’ex first lady. Anche nel caso della Burisma sarebbero state usate false email per estorcere username e password, probabilmente con l’obiettivo di scovare informazioni in grado di danneggiare i Biden. Proprio quello che pretendeva Trump dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, la vicenda al centro della messa in stato di accusa del presidente.

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