Eitan: Abutbul resta in carcere
- direzione167
- 5 giu 2022
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RESPINTO A MILANO IL RICORSO DEL COMPLICE DI SHMUEL PELEG. LA DIFESA: FAVORIRE LA RICONCILIAZIONE

di Francesca Brunati
MILANO.Non cambia idea il Tribunale del Riesame di Milano. Dopo aver respinto la richiesta di revoca dell’arresto per Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan accusato di aver rapito e portato in Israele il nipotino, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, rigetta anche il ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare presentato, tramite la difesa, dal suo presunto complice, Gabriel Alon Abutbul, soldato di un’agenzia di contractor statunitense. La decisione con cui i giudici milanesi confermano di nuovo il provvedimento del gip di Pavia Pasquale Villani, è arrivata nella tarda mattinata di ieri. Ora i difensori Cataldo Intrieri e Adolfo Scalfati attendono di leggere le motivazioni - il deposito è previsto tra una quindicina di giorni -, per valutare se impugnare o meno. “Siamo rammaricati - hanno dichiarato i due legali - e continueremo a lavorare auspicando che la magistratura italiana voglia contribuire ad abbassare i toni, favorendo la riconciliazione tra i protagonisti di questa vicenda, come per altro lei stessa ritiene sia necessario fare”. Vicenda che, invece, vede un’aspra contrapposizione, fatta di ricorsi e denunce, delle due famiglie, quella di ramo materno e quella di ramo paterno. La scorsa settimana, durante la discussione della loro istanza, i due legali hanno sostenuto che, con il ritorno del bimbo in Italia, avvenuto lo scorso 4 dicembre, è venuto a cadere il pericolo di reiterazione del reato, esigenza cautelare contestata nell’ordinanza del giudice pavese al loro assistito, a cui si è aggiunta l’ammissione, da parte di Shmuel Peleg, “di aver sbagliato”. E poi, sempre per la difesa Abutbul, l’aereo privato che portò il piccolo da Lugano a Tel Aviv “venne prenotato solo il giorno prima, fu una decisione estemporanea del nonno” di cui Alon non sarebbe stato messo al corrente. In più, “non conosceva nemmeno il provvedimento del divieto di espatrio per il bambino”. Per tanto, gli avvocati hanno sostenuto la mancanza anche dei “gravi indizi di colpevolezza, perché non c’era alcun piano preordinato per un rapimento”. Abutbul, 50 anni, cittadino israeliano, il 25 novembre scorso, era stato bloccato a Cipro, dove risiede, in seguito a un mandato d’arresto europeo emesso nei suoi confronti e nei confronti di Peleg nell’inchiesta della Procura pavese per sequestro di persona aggravato, sottrazione e trattenimento all’estero di minore e appropriazione del passaporto del bambino. Pochi giorni dopo, però, dietro pagamento di una cauzione, era stato scarcerato con obbligo di firma e adesso è in attesa dell’esito della procedura di estradizione.
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