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Energia:Confindustria E-R,con materie prime è tema rilevante

Ferrari, 'non così preoccupato da effetti guerra su economia'



BOLOGNA, 08 MAR - Sul fronte economico e della tenuta sociale e delle imprese "il tema rilevante è l'aumento del costo delle materie prime e del costo dell'energia" prima ancora degli effetti generati dal conflitto tra Russia e Ucraina. A sostenerlo, è il presidente di Confindustria Emilia-Romagna, Pietro Ferrari, in un passaggio del suo intervento alla conferenza stampa di presentazione dell'Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera regionale e delle previsioni per i prossimi mesi, realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo. Quello dell'aumento del costo di energia e materie prime, ha osservato, è un problema è mondiale e certamente continentale. I tempi sono mediamente sui 18-32 mesi per far si che un Paese come l'Italia che sul tema dell'energia ha avuto da sempre delle gravi debolezze possa ripristinare un sistema di forniture un po' più diffuso. Non possiamo dipendere da un fornitore unico - ha aggiunto - fossero anche gli Stati Uniti d'America: qualunque azienda ha bisogno di avere più clienti e più fornitori, il mono-fornitore andava bene fino agli Anni 60. Oggi abbiamo questa esigenza e a livello continentale ci sarà la necessità assoluta di un sistema energetico. Questo è il tema rilevante". Quanto alle ripercussioni sull'economia italiana della guerra in Ucraina, ha argomentato ancora Ferrari, "io non sono così preoccupato. Naturalmente chi è coinvolto con la Russia e l'Ucraina lo è, palesemente, perchè riceve un'offesa economica su di sé diretta, ma sul tema del Paese, della nazione e Emilia-Romagna non sarei così preoccupato perché, comunque, abbiamo tutti la segreta speranza che questa situazione di guerra non duri tantissimo tempo e si riduca il più possibile poi, probabilmente e presumibilmente, sia gli attaccanti sia coloro che sono stati attaccati avranno la necessità di ripristinare un sistema economico. Diciamo che possiamo perdere forse il 50% di queste produzioni - ha concluso Ferrari - ma non credo che sia lì il nostro problema il nostro problema è quello dell'energia e delle materie prime".

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